21 Dicembre 2024

Donald Trump corre da solo verso la nomination repubblicana

Usa 2024: vince di nuovo Trump, dando di nuovo forfait. Il secondo dibattito fra alcuni aspiranti alla nomination repubblicana, nella notte italiana tra mercoledì e giovedì, dalla Reagan Library nella Simi Valley in California, non intacca il vantaggio del magnate ex presidente sui suoi rivali. Trump li snobba e, mentre loro si affrontano e lo attaccano – blandamente -, va a parlare a operai dell’automobile in sciopero nel Michigan.

Rispetto al primo dibattito, il mese scorso, da Milwaukee, nel Wisconsin, il secondo è meno vivace, un po’ soporifero, almeno per un’ora. Il lotto dei partecipanti s’è ridotto di uno, da otto a sette, perché l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson non soddisfa più i requisiti si popolarità e fondi.

Ci sono, dunque, il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex governatrice della South Carolina Nikki Haley – l’unica donna -, il senatore della South Carolina Tim Scott – l’unico nero -, l’imprenditore Vivek Ramaswamy, origini indiane – come Haley -, l’ex vice di Trump Mike Pence, l’ex governatore del New Jersey Chris Christie e il governatore del South Dakota Doug Burgum.

Il dibattito contro Trump e contro Biden


DeSantis, Haley, Pence e Christie, i più sperimentati, sono i più attivi nell’attaccare l’ex presidente, che – dice DeSantis – “dovrebbe essere qui con noi, invece è ‘missing in action’”. E, mentre l’Unione è sull’orlo di uno shutdown per mancanza di fondi, il governatore della Florida ricorda che Trump appesantì il debito di 7800 miliardi e creò le premesse dell’inflazione attuale (un assist subito sfruttato dalla campagna del presidente Joe Biden). E Christie sfodera per il magnate il nomignolo ‘Donald Duck’, ossia Paperino, che non ne azzecca mai una.

Lo sciopero dei metalmeccanici suggerisce a Pence una bordata anti-Biden: “Invece che manifestare con i lavoratori, dovrebbe essere fra le fila dei disoccupati. La Bidenomics è un fallimento”, dice. Sul fallimento della politica economica del presidente democratico gli aspiranti repubblicani sono tutti d’accordo.

Invece, non sono allineati su come affrontare i problemi e neppure sul conflitto in Ucraina. “E’ nostro interesse finire questa guerra… Basta assegni in bianco a Kyiv”, insiste DeSantis. Per Haley e Pence, una vittoria della Russia in Ucraina sarebbe una vittoria della Cina. Nessuno degli altri nega il sostegno a Kyiv.

L’ex governatrice della South Carolina rimane all’inizio in ombra, poi attacca specie DeSantis e Ramaswamy. “Ogni volta che ti ascolto mi sento un po’ più stupida”, dice all’imprenditore, ‘rivelazione’ del primo dibattito, ma stavolta meno efficace. E a DeSantis: “La sicurezza energetica è sicurezza nazionale. Tu sei contrario al fracking”. Il governatore della Florida fa una risata, bolla l’accusa come falsa e assicura che la sua politica energetica farà scendere il prezzo delle benzina.

I moderatori di Fox incalzano i candidati sui temi economici e sociali, dall’istruzione alla sanità, ma non li sollecitano sui guai giudiziari del magnate ex presidente, che esce sostanzialmente indenne anche dalla seconda passerella dei suoi rivali. Il suo staff definisce il dibattito “una barzelletta”.

Il duello a distanza Biden – Trump di fronte agli operai del Michigan


Battistrada nella corsa alla nomination, Trump schiva l’evento e va a fare un comizio ai lavoratori dell’automobile in sciopero nel Michigan, dov’era appena stato il presidente Joe Biden. “Sono qui per difendere la classe lavoratrice”, dice agli operai: la politica di Biden per le auto elettriche “non farà altro che favorire la Cina, uccidendo migliaia di posti di lavoro”. Il magnate parla per un’ora, ignorando del tutto i suoi rivali.

“Ogni volta che mi incriminano salgo nei sondaggi perché la gente mi conosce”, dice Trump, atteso nei processi a New York e a Washington, in Georgia e in Florida e uscito male da una causa civile per frode a New York. Lui non vi fa cenno: accusa Biden di aver “incriminato un rivale politico” e rilancia la sua ‘America First‘ contrapposta a quella che definisce l’ ‘America last’ di Biden.

La frode della Trump organization

Gli avversari del magnate non sfruttano l’occasione di frenarne la corsa, a poco più di cento giorni dall’inizio delle primarie con i caucuses nello Iowa. Eppure, all’inizio della settimana, a New York un giudice ha stabilito che Trump e i suoi figli maggiori sono responsabili di frode: hanno fornito per un decennio false informazioni finanziarie e gonfiato il valore dei loro asset sino a 3,6 miliardi di dollari. La loro holding, la Trump Organization, non potrà fare affari per cinque anni. I Trump avrebbero costruito il loro impero frodando banche e assicurazioni. La Procura di New York chiede 250 milioni di dollari di danni e la messa al bando di Trump da incarichi finanziari pubblici. La data d’avvio del processo non è nota.

L’ex presidente ha pure perso un altro round nel suo sforzo di rinviare i processi che lo minacciano. La giudice distrettuale federale di Washington, Tanya Chutkan, ha respinto la richiesta di ricusarsi nel giudizio che lo vede imputato per avere tentato di ribaltare l’esito delle elezioni 2020. I legali del magnate la accusavano di faziosità.

Foto di copertina EPA/SHAWN THEW

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