Prima delle proteste pro-Ue di piazza Maidan del 2013-2014, la maggioranza dei cittadini ucraini credeva già che il futuro del proprio Paese sarebbe stato all’interno dell’Unione europea. Secondo un sondaggio del 2012, il 46% degli ucraini sosteneva che l’Ucraina avrebbe dovuto aderire all’Ue, mentre il 33% non era d’accordo. È significativo che anche nella regione del Donbas e in Crimea, i giovani nella fascia di età 18-29 avevano la stessa opinione dei loro coetanei in altre parti del Paese.
Opinione pubblica, Nato e Ue
Le opinioni favorevoli all’integrazione europea sono salite alle stelle dopo le proteste di piazza di EuroMaidan e la prima invasione della Russia nel 2014. Il numero dei sostenitori dell’integrazione europea è salito dal 47% del 2013 al 57% nel dicembre 2014. Queste tendenze sono rimaste sostanzialmente immutate nonostante il cambiamento di governo e del presidente nel 2019. Dopo un anno di presidenza Zelensky, il 48% degli ucraini credeva che l’integrazione europea fosse la migliore politica possibile per l’Ucraina, mentre l’approvazione dell’Unione doganale con la Russia incontrava solo l’11% dei consensi.
Le opinioni sulla possibile adesione alla Nato hanno seguito un percorso differente, anche se con lo stesso risultato. Fino al 2014, la Nato non godeva di particolare consenso in Ucraina. Un sondaggio del 2008 condotto dalla Democratic Initiatives Foundation (DIF) mostrava che solo il 22% degli ucraini supportava l’adesione alla Nato. Questo avveniva poco prima del summit Nato di Bucharest, quando l’alleanza aveva dichiarato per la prima volta la possibilità di un’adesione dell’Ucraina. Due anni di presidenza Yanukovich, che ha utilizzato una retorica pro-Russia e favorito le relazioni con I media filo russi, è risultata in un declino del supporto all’integrazione ucraina nella Nato.
Successivamente all’invasione russa dell’Ucraina, l’annessione della Crimea e le operazioni ibride nel Donbass hanno causato un drammatico spostamento dell’opinione pubblica ucraina verso la Nato. Nel maggio 2014, il sondaggio nazionale ha mostrato che il 34% degli ucraini sosteneva l’integrazione della Nato mentre il 48% si opponeva; nel settembre 2014 il numero dei sostenitori dell’Alleanza atlantica è cresciuto fino al 44% (78% a ovest, 53% al centro, 25% a sud, 33% a est e 6% nel Donbas) mentre solo il 15% ha sostenuto l’integrazione in un’alleanza di difesa con la Russia e il 22% ha sostenuto lo status di non blocco. L’aggressività russa nel 2021 ha portato a un altro aumento della popolarità della Nato: a dicembre, DIF ha rilevato il livello storicamente più alto di sostegno pubblico (53%) all’integrazione dell’Ucraina nella Nato come il modo migliore per garantire la sicurezza del paese: 82% in occidente 59% al centro, 30% al sud e 30% nell’est.
Dopo il 24 febbraio 2022
L’invasione su vasta scala ha segnato la completa rottura dell’Ucraina con la Russia e con tutto ciò che il presidente russo considera “fondamenti” del suo regime e della società russa: mito del grande passato sovietico comune, grandezza della cultura russa e ruolo unico del russo come lingua nello spazio post-sovietico, “fratellanza” e unità delle nazioni slave orientali, superiorità della fede ortodossa russa e “missione speciale” della Russia negli affari globali.
In primo luogo, la riuscita resistenza dal basso a livello nazionale contro la Russia autoritaria ha aumentato il sostegno alla democrazia tra gli ucraini. Ad agosto 2022, il 64% degli intervistati riteneva che la democrazia fosse la forma di governo più preferibile, mentre solo il 14% concordava sul fatto che l’autocrazia potesse essere “in alcuni casi” migliore della democrazia e un altro 13% affermava di non preoccuparsi di alcun tipo di regime.
Questi livelli di approvazione della democrazia sono i più alti in molti anni di osservazione: nel 2014 meno del 50% sosteneva che la democrazia fosse una priorità; dopo la Rivoluzione della Dignità (EuroMaidan) questo tasso è salito al 54%, ma solo dopo lo scoppio della guerra su vasta scala ha superato il 60%.
Democrazia e de-comunistizzazione
Pertanto, nonostante l’inevitabile concentrazione del potere con l’entrata in vigore della legge marziale in Ucraina in tempo di guerra, è opinione diffusa tra gli esperti ucraini che non ci sarà monopolio del potere. Lo status di candidato all’Ue ricevuto dall’Ucraina nel giugno 2022 ha rafforzato questa visione. La candidatura è vista come un potente strumento per la trasformazione interna.
In secondo luogo, gli ucraini sono diventati più uniti in termini di obiettivi comuni negli accordi di guerra e postbellici. C’erano speranze tra i “putinisti” occidentali che gli ucraini si stancassero della guerra e decidessero di fare concessioni per fermarla. Secondo lo stesso sondaggio dell’agosto 2022. La maggioranza degli intervistati (55%) ha affermato che il ritiro delle truppe russe dall’intero territorio dell’Ucraina e il ripristino dei confini a partire da gennaio 2014 possono essere considerati una vittoria. Un altro 20,5% è stato ancora più radicale: una vittoria per loro sarebbe stata la distruzione dell’esercito russo e la complicità nel crollo della Russia. Solo il 9% degli ucraini ha considerato la possibilità di cedere Crimea (9%), Crimea e Donbass (7,5%) o aree conquistate dalla Russia da febbraio 2022 (3%). Nell’ipotesi della fine della guerra, oltre il 75% degli intervistati sosterebbe la decisione di stringere completamente le relazioni con la Russia e introdurrebbe persino il divieto totale di ingresso dei russi in Ucraina.
In terzo luogo, la guerra ha causato enormi cambiamenti nella memoria storica e nel campo della de-comunistizzazione. Nel sondaggio dell’agosto 2022, il 67% degli intervistati ha valutato positivamente la disintegrazione dell’Unione Sovietica (negativamente solo il 16%). Il 59% degli ucraini ha sostenuto la decisione di condannare l’Urss come regime totalitario comunista. Solo il 13% degli intervistati non era d’accordo. Si tratta di un enorme cambiamento rispetto al 2020, quando solo il 49% degli ucraini considerava il crollo dell’Urss un evento positivo e il 34% sosteneva la condanna del regime sovietico. Tutti questi cambiamenti hanno aiutato gli europei a comprendere meglio l’Ucraina e il suo desiderio di integrarsi in Europa. Il sostegno degli ucraini all’adesione all’Ue ha registrato un record dell’86% e dell’83% per la Nato.
Visioni degli ucraini sulla pace
Le riuscite controffensive dell’Ucraina nelle regioni di Kharkiv e Kherson, insieme ai massicci attacchi della Russia contro i civili e le infrastrutture energetiche hanno ulteriormente rafforzato la determinazione degli ucraini a continuare a combattere. Secondo un sondaggio nazionale, condotto dal 21 al 27 ottobre 2022, il numero di ucraini che hanno espresso la volontà di combattere o sostenere l’esercito è salito al 59%. Solo il 5% degli intervistati ha affermato che qualsiasi compromesso con la Russia è accettabile per amore della pace, mentre il 66% ha affermato che la guerra può finire solo in caso di vittoria, e solo il 17% ha pensato che si possano raggiungere compromessi ma non su tutto.
È necessario sottolineare che l’opinione degli ucraini sul ruolo cruciale dell’assistenza esterna fornita dalla Nato non differisce dall’opinione di altre nazioni dell’Europa centrale. Ad esempio, un sondaggio GLOBSEC condotto nel marzo 2022 ha mostrato che l’88% dei polacchi, il 79% dei lettoni e dei cechi, il 75% degli ungheresi e il 74% dei lituani, il 70% degli estoni, il 62% dei rumeni e degli slovacchi erano d’accordo con l’affermazione secondo cui l’appartenenza alla Nato era la più importante risorsa di deterrenza nazionale. La Finlandia e la Svezia hanno agito in base allo stesso presupposto quando hanno deciso di abbandonare la loro politica di neutralità di lunga data e hanno presentato domanda di adesione alla Nato.
Il sostegno dei paesi dell’Ue e della Nato dimostra che la riuscita resistenza dell’Ucraina contro la Russia è un obiettivo di sicurezza chiave per l’intera comunità euro-atlantica. L’assistenza occidentale è davvero necessaria affinché l’Ucraina ottenga la vittoria, ma anche affinché qualsiasi pace sia sostenibile dopo la fine della guerra, l’Ucraina dovrà diventare un membro non solo dell’Ue ma anche della Nato.
Foto di copertina EPA/TOMS KALNINS