“La politica internazionale è una materia che per antonomasia ha bisogno di comunicabilità internazionale”: con questa motivazione, nel 1966, veniva annunciato l’avvio delle pubblicazioni di un “supplemento” in lingua inglese a Lo Spettatore Internazionale, la neonata rivista dell’Istituto Affari Internazionali, il think tank fondato a Roma da Altiero Spinelli l’anno precedente.
A cinquantasette anni di distanza, la missione originaria della rivista, che si proponeva di facilitare il dibattito al di là delle barriere nazionali, non solo è ancora attuale, ma si è ampliata. The International Spectator oggi è una rivista sottoposta a rigorosi processi di peer-review che ha l’obiettivo di incoraggiare il dibattito scientifico tra gli studiosi di relazioni e affari internazionali di tutto il mondo. Sebbene l’approccio e la supervisione editoriale della rivista siano saldamente radicati nello spirito e nelle competenze dell’Istituto Affari Internazionali, la maggioranza degli autori che scrivono su The International Spectator oggi è affiliata a università e centri di ricerca non italiani. A riprova del suo standing internazionale, la rivista è inclusa nel primo quartile (top 25%) nella categoria Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dei ranking SCImago e Scopus CiteScore, oltre ad essere accreditata nell’Emerging Sources Citation Index di Clarivate.
Questo non significa affatto che la missione di The International Spectator sia compiuta. Come editor della rivista, siamo fortemente impegnati non solo a migliorare costantemente la qualità dei contenuti pubblicati, ma anche ad ampliare sempre più la partecipazione, la diversità e il dibattito sulle pagine di The International Spectator. Negli ultimi anni, questo impegno si è tradotto in una serie di iniziative volte a migliorare il gender balance sia negli organi direttivi della rivista sia tra i suoi autori, e a incoraggiare l’invio di contributi da parte di studiosi in tutte le fasi della carriera e da tutte le regioni del mondo. Abbiamo stabilito una policy che prevede la presenza di almeno una referee donna per gli articoli sottoposti a peer-review, al fine di entrare in contatto con una rete più ampia di studiose; abbiamo pubblicato call per gruppi tematici di articoli riservate a studiosi all’inizio della loro carriera, invitandoli anche a fungere da guest editor; e – in linea con la nostra identità di rivista in lingua inglese edita in un Paese non anglofono – svolgiamo internamente e senza costi per gli autori l’editing linguistico di tutti gli articoli accettati per la pubblicazione.
Parallelamente, abbiamo avviato uno sforzo per aumentare la diffusione dei risultati della ricerca pubblicati su The International Spectator a un pubblico più ampio e diversificato. In quest’ottica, abbiamo lanciato un blog dove vengono pubblicati regolarmente brevi contributi a partire dagli articoli scientifici della rivista, e un canale podcast. La rivista ha anche i propri account Twitter e Instagram, con aggiornamenti sui contenuti e sulle attività in cantiere.
Nel 2023 saranno introdotti una serie di ulteriori cambiamenti, finalizzati all’adozione di nuove best practice in termini di trasparenza, governance e diversità. Da gennaio, la rivista ha lanciato la propria piattaforma di peer-review, attraverso cui tutti i contributi proposti per la pubblicazione vengono processati, vagliati internamente e sottoposti a peer-review. Entro la fine dell’anno sarà in vigore un nuovo meccanismo di governance, in base al quale tutti i ruoli negli organi direttivi della rivista – tra cui l’Editorial Board, l’International Advisory Board e l’Editorial Committee – saranno nominati dall’Istituto Affari Internazionali per un mandato fisso di tre anni (rinnovabile). Verrà inoltro lanciato un nuovo programma indirizzato a facilitare il processo di invio di contributi da parte di studiosi all’inizio della loro carriera, fornendo supporto e tutoraggio ad-hoc nella fase preliminare. Infine, abbiamo in programma di partecipare a una serie di conferenze ed eventi internazionali, nell’intento di ampliare ulteriormente la rete di collaborazione alla rivista.
Ci auguriamo che, grazie a queste iniziative, The International Spectator possa continuare a lavorare con successo verso il suo obiettivo fondamentale di consentire la partecipazione “al dibattito sulla politica internazionale” tra “studiosi e politici di tutti i Paesi”, tenendo così fede alla visione dei suoi fondatori.
Una versione in lingua inglese di questo editoriale è apparsa sul fascicolo 1/2023 di The International Spectator.