Pubblichiamo dei passaggi della rassegna stampa settimanale sull’Africa, curata da Jean-Léonard Touadi per RadioRadicale. È possibile ascoltare il podcast dal sito dell’emittente. Clicca qui per ascoltare
In questa rassegna stampa del 28 agosto, riportiamo gli ultimi aggiornamenti riguardanti la violazione del cessate il fuoco in Tigray e la ripresa degli scontri tra il Tplf e le Forze etiopi. Oltre a ciò, diamo conto anche della visita di Macron in Algeria, del vertice Ticad 8 tra Giappone e i paesi africani e, infine, della visita dell’esponente del Fronte Polisario in Tunisia.
Ripresi i combattimenti in Tigray
Lo riporta un articolo di Nigrizia, firmato da Michela Trevisan, dove si legge che “sono definitivamente naufragate le speranze di una trattativa di pace tra la guerriglia del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf) e il governo centrale. Sono ripresi i combattimenti nella regione del Tigray, attorno alla città di Kobo e ancora una volta ciascuna delle parti ha incolpato l’altra per la rottura del cessate il fuoco, dichiarato alla fine di marzo.” Secondo quanto riporta la rivista, “la possibile ripresa del conflitto, che rischia di essere anche più devastante di quello iniziato il 4 novembre 2020, era stata ventilata di recente anche dal leader del Tplf, Debretsion Gebremichael, che in una dichiarazione alla comunità internazionale aveva affermato che il processo di pace è impostato per fallire”.
Oltre a ciò, si segnalano “versioni opposte anche sull’annuncio del ministero della difesa etiopico di aver abbattuto un velivolo proveniente dallo spazio aereo del Sudan e diretto in Tigray con un carico di armi per il Tplf. La ripresa del conflitto e la possibilità di un coinvolgimento del Sudan avranno ripercussioni negative anche sulle trattative che Khartoum e Addis Abeba si preparavano ad avviare, con la mediazione del Sud Sudan, per risolvere pacificamente la disputa sul confine nell’area di Al-Fashaga.”
Come scrive Michela Trevisan, “sono caduti come sempre nel vuoto gli appelli del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e del presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, a un’immediata cessazione delle ostilità”. Stessa sorte anche per “l’appello lanciato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), di origini tigrine, che riferendosi alla crisi alimentare ha parlato della più grande catastrofe ad opera dell’uomo e del maggior disastro oggi sulla terra.”
A questa ripresa dei combattimenti, che rischia di riportare la regione in una situazione di instabilità incontrollata, si aggiunge la crisi del Nilo. Un’analisi di Al Jazeera riferisce che “l’Etiopia ha completato il terzo riempimento della sua mega-diga sul Nilo Azzurro. Questo sviluppo potrebbe sollevare ulteriori tensioni con i vicini a valle, Egitto e Sudan. Questi due paesi considerano la diga una minaccia a causa della loro dipendenza dalle acque del Nilo, mentre l’Etiopia la ritiene essenziale per l’elettrificazione e lo sviluppo interno”.
La minoranza cattolica in Eritrea
Restando sempre nel Corno d’Africa, un articolo di Nigrizia affronta le frequenti espropriazioni di istituti scolastici cattolici in Eritrea. “Alcuni analisti ritengono che questi sequestri siano una rappresaglia del regime per gli appelli della Chiesa cattolica per la fine della repressione e l’avvio di riforme politiche e sociali. Fa parte, in ogni caso, della feroce repressione di ogni tipo di dissenso, in atto da sempre nel paese, retto da oltre trent’anni da Isaias Afewerki. I cattolici rappresentano in Eritrea circa il 4% della popolazione. Una minoranza che ha comunque permesso alla Chiesa cattolica di essere uno degli unici quattro gruppi religiosi autorizzati ad operare nel paese, insieme eritrei ortodossi, evangelici luterani e islamici sunniti”.
Incontri e scontri diplomatici nel Nord Africa
Un articolo di Anadolu Agency racconta la visita ufficiale di Macron in Algeria. “Questa coincide con il 60° anniversario della fine della guerra d’indipendenza algerina e della proclamazione della sua indipendenza nel 1962, ma anche con l’obiettivo per la Francia e l’Unione Europea di diversificare e rafforzare i loro partenariati nell’approvvigionamento di idrocarburi, mentre la guerra in Ucraina è in corso da ormai sei mesi”.
Un articolo di AfricaNews ci racconta, invece, del vertice Ticad 8 (Tokyo International Conference on African Development) tenutosi in Tunisia. Il vertice di quest’anno mira a “discutere come creare insieme un mondo sostenibile, nel complesso contesto dell’epidemia di Covid-19 e della situazione in Ucraina.”
Come scrive la redazione di AfricaNews “dalla loro creazione nel 1993, i vertici Ticad, organizzati in collaborazione con le Nazioni Unite, la Banca Mondiale e l’Unione Africana, hanno generato 26 progetti di sviluppo in 20 Paesi africani”.
Quello di quest’anno si focalizza “sull’aumento degli investimenti giapponesi in Africa, in particolare a sostegno delle start-up e dell’economia verde, e quelli volti a rafforzare la sicurezza alimentare; (…) costruire un ambiente resiliente e sostenibile attraverso programmi incentrati sulle risorse umane, in materia di salute e igiene, istruzione e ambiente, compresa la prevenzione dei disastri naturali; (…) sostenere il consolidamento della democrazia, lo stato di diritto, la prevenzione dei conflitti e la mediazione, in particolare nel Sahel e nel Corno d’Africa”. Interrogato in merito, un funzionario del Ministero degli Esteri giapponese ha dichiarato che “la strategia diplomatica giapponese in Africa può essere riassunta in due parole: responsabilizzazione e partenariato, e ha aggiunto che il Giappone vuole fare dell’Africa un partner importante e crescere insieme grazie a iniziative concrete.”
Lo scontro diplomatico che ha segnato la settimana, invece, vede protagonisti il Marocco e la Tunisia. Al Jazeera scrive che “il Marocco ha richiamato il suo ambasciatore a Tunisi per consultazioni e ha annullato la sua partecipazione al vertice Ticad 8 dopo che il presidente della Tunisia ha ospitato il capo del Fronte Polisario per l’indipendenza del Shara occidentale, Brahim Ghali. La controversia apre un nuovo fronte in una serie di dispute sul Sahara Occidentale che ha già trascinato Spagna e Germania e inasprito la rivalità regionale tra Marocco e Algeria, principale sostenitore del Polisario. Quest’anno la Tunisia si è avvicinata all’Algeria, da cui dipende per l’energia, e a luglio il presidente Kais Saied ha incontrato il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune.”
Foto di copertina EPA/Daniel Irungu
Rassegna stampa a cura di Jean-Léonard Touadi, funzionario FAO, docente di “Geografia dello sviluppo in Africa” all’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.