Pubblichiamo dei passaggi della rassegna stampa settimanale sull’Africa, curata da Jean-Léonard Touadi per RadioRadicale. E’ possibile ascoltare il podcast dal sito dell’emittente. Clicca qui
L’area del Sahel è da decenni sconvolta da ribellioni di gruppi separatisti e, dalla fine del regime di Gheddafi, anche dai gruppi jihadisti. Il Sahelistan è, infatti, diventata una delle aree più pericolose del continente.
Il Mali è un paese geograficamente molto esteso che può essere facilmente definito come un paese “cerniera”. Un passaggio tra il mondo arabo e quello subsahariano. La capitale è Bamako e la lingua ufficiale è il francese. Ha una popolazione di 20 milioni di abitanti. La crescita demografica è del 3%, la speranza di vita è di 58,7 anni. Il tasso di alfabetizzazione per le persone con più di 15 anni è del 35,5%. Prevalente è la religione musulmana (94,8). Il Mali è uno dei paesi più poveri del pianeta.
Dal 2020, il Mali è governato da una giunta militare capeggiata da Assimi Goïta, che tramite un colpo di stato aveva rimosso l’allora presidente Boubacar Keita. Il paese avrebbe dovuto affrontare le elezioni presidenziali e legislative a febbraio del 2022, ma le autorità hanno deciso di prolungare questa fase transitoria e rinviare le elezioni al 2026, provocando la decisione della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao) di imporre severe sanzioni al Paese.
La rassegna stampa. Forti contrasti tra Cedeao e Mali
«Perché una reazione così dura da parte dei paesi africani?» si chiede Pierre Haski su France Inter, tradotto da Internazionale. «La spiegazione più semplice è che i paesi della regione temono il moltiplicarsi dei colpi di stato militari, dopo quelli in Guinea e Mali. Ma questa non è l’unica spiegazione. La crisi di legittimità, infatti, non riguarda soltanto i regimi militari. Se osserviamo la situazione da vicino, pochi dei quindici paesi che fanno parte della Cedeao possono dire di rispettare in tutto e per tutto le loro costituzioni. Reagendo duramente contro i poteri militari, i paesi africani si piazzano dalla parte del buon governo, a prescindere dalle proprie mancanze».
Secondo il giornalista per il Mali «è una prova di forza che potrebbe non avere alcun vincitore. Il 10 gennaio la giunta militare al potere a Bamako ha risposto con tono di sfida alle sanzioni imposte dalla Cedeao». Quale ruolo per la Francia? «Per il momento Parigi tace e lascia che ad agire siano i paesi della Cedeao, ma la situazione rischia di non essere sostenibile ancora a lungo. La situazione è esplosiva» scrive il giornalista.
Secondo il sito d’informazione maliactu.net Cina e Russia hanno bloccato l’adozione di un testo del Consiglio di sicurezza dell’Onu che sosteneva le sanzioni decise dalla Cedeao contro la giunta in Mali. Proposto dalla Francia, il testo supportava la decisione della Cedeao di imporre pesanti sanzioni e chiudere le frontiere con il Mali. Jeune Afrique riporta che alcune personalità famose sono scese in piazza e per protestare contro la decisione della Cedeao di imporre al Mali severe sanzioni.
Un’intervista dello scorso anno su Le Point Afrique al professore Oswald Padonou spiega in che modo gli eserciti occupino gli spazi vuoti lasciati dalle istituzioni. Secondo Padonou le forze speciali che hanno fatto irruzione sulla scena politica in Mali nell’agosto 2020 e in Guinea il 5 settembre sono «unità d’élite in grado di svolgere le missioni più pericolose, segrete o meno. Si tratta di unità con personale esperto e altamente qualificato, dotate di attrezzature all’avanguardia».
Per capire la cultura africana è importante anche conoscere la sua letteratura e in un articolo su Nigrizia la giornalista Itala Vivan racconta gli importanti premi raccolti dagli scrittori africani.
Foto di copertina EPA/HADAMA DIAKITE