Il ritorno della guerra in Europa ha riaperto il capitolo allargamento, riportandolo al centro dell’agenda dell’Unione europea (Ue). L’invasione russa dell’Ucraina impone oggi all’Ue e ai Balcani occidentali di riaffermare la propria scelta strategica per un comune futuro europeo. Quanto sta accadendo in Ucraina ha dimostrato che una guerra in Europa è ancora possibile. Tuttavia, ancora una volta, la guerra si è sviluppata al di fuori dei confini dell’Ue. Ciò conferma che l’Ue continua a costituire un’efficace garanzia di pace e stabilità almeno per i suoi membri.
“New visions for Western Balkans”
In tale contesto, l’Istituto Affari Internazionali e l’Osservatorio Balcani Caucaso e Transeuropa hanno accolto la proposta del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di organizzare un incontro fra rappresentanti dei governi dei Balcani occidentali, delle istituzioni e delle società civili. La conferenza a porte chiuse, dal titolo “New Visions for the Western Balkans. EU Accesion and Regional Security” si è svolta a Roma tra il 3 e il 4 aprile, e ha beneficiato anche del supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo.
L’incontro è stato aperto da Antonio Tajani, Vice Primo Ministro italiano e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e da Tobias Billström, Ministro degli Affari Esteri della Svezia, che al momento detiene la Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea. I ministri degli affari Esteri dei Balcani occidentali hanno partecipato alla conferenza assieme a responsabili politici di alto livello italiani e dell’Ue, e a rappresentanti della società civile dei Balcani occidentali.
L’incontro ha offerto l’occasione per discutere, in un contesto informale, una serie di questioni fondamentali per il futuro della regione, a partire da come sostenere ed accelerare l’integrazione di questi paesi nell’Ue. Non è un segreto che a vent’anni esatti dal Consiglio Europeo di Salonicco, che aveva dichiarato solennemente che le porte dell’Unione europea erano aperte anche per i Paesi dei Balcani occidentali, i risultati e il ritmo del processo di allargamento non sono stati soddisfacenti. Solo la Croazia, infatti, è riuscita ad accedere all’Ue nel 2013.
Il processo di adesione
In parte, questa situazione è la conseguenza di riforme interne ancora da completare da parte dei Paesi della regione, o di questioni bilaterali ancora irrisolte. Il processo di adesione all’Ue assieme alla difficile costruzione di identità nazionali e apparati statali in questi Paesi hanno talora generato dinamiche conflittuali nella regione, che hanno complicato la strategia della Ue a sostegno dell’allargamento rispetto al passato.
L’Ue però ha anch’essa le sue responsabilità. Una serie di crisi ha avuto infatti un rilevante impatto sulle priorità dell’Unione stessa, e di fatto ha relegato l’allargamento ai margini della agenda europea.
A fronte di questo contesto, la conferenza ha esaminato le diverse proposte che sono emerse di recente per supportare il processo d’integrazione dei Balcani occidentali nell’Ue. Alcune di tali proposte prevedono misure ad hoc per accelerare l’adesione all’Ue di questi Stati e spingere il loro processo di integrazione in settori specifici, in linea con quanto previsto dalla nuova metodologia di allargamento della Commissione europea. Altre hanno presentato nuovi formati per una adesione graduale di questi paesi all’Ue, con un accesso progressivo alle politiche europee e ai fondi europei.
Un altro tema fondamentale della discussione è stato quello dello stato di avanzamento del processo di cooperazione e integrazione regionale tra i Paesi dei Balcani occidentali. La cooperazione regionale è stata parte integrante dell’approccio Ue alla regione già all’indomani degli accordi di Dayton/Parigi (1995) e dal lancio del “Processo di Stabilizzazione associazione” nel 1999. Tuttavia, le iniziative per la cooperazione regionale e l’integrazione tra i Balcani occidentali rimangono ancora oggi essenziali per promuovere la riconciliazione, la stabilità e la crescita di questi paesi. Soprattutto, tali iniziative offrono a questi paesi l’opportunità di generare titolarità e responsabilità locali.
A tale proposito, negli ultimi anni i leader dei Balcani occidentali hanno concordato due importanti progetti per l’integrazione economica regionale: il Piano d’Azione Pluriennale sullo Spazio Economico Regionale 2017-2019 (REA); e il Mercato Comune Regionale 2020–2024 (CRM). Si tratta di progetti che hanno ricevuto un sostegno sostanziale dalla Commissione Europea, in particolare attraverso il recente Piano Economico e di Investimenti (PEI). Parallelamente, sono emersi nuovi sviluppi nell’ambito della cosiddetta iniziativa “Open Balkan” (OB). Quest’ultima promuove libera circolazione di merci e persone, e cooperazione economica e politica nei Balcani occidentali, ma include per ora solo Albania, Macedonia del Nord e Serbia.
Le sfide per la sicurezza e la prospettiva europea
Infine, la conferenza ha posto l’accento sul tema fondamentale delle sfide per la sicurezza della regione nel contesto attuale. L’aggressione della Russia contro l’Ucraina ha aggravato le minacce alla sicurezza in tutta Europa, rendendo imperativo per l’UE e per i Balcani occidentali riaffermare il proprio impegno strategico ad adottare un approccio congiunto alle principali sfide alla sicurezza. Queste ultime non si limitano alla sicurezza militare, ma comprendono anche un gran numero di questioni correlate: dalla sicurezza energetica e protezione ambientale alla gestione dei disastri naturali, alla salute, alla gestione dei flussi migratori . In linea con la strategia globale e la bussola strategica dell’UE, per affrontare efficacemente tali sfide nei prossimi anni sarà necessario aumentare l’integrazione dei vari settori della sicurezza, nonché il coordinamento delle politiche in tutta Europa.
Mente il processo di allargamento avanza lentamente ma costantemente, l’Unione Europea – e l’Italia in particolare – continua a promuovere la prospettiva europea dei Paesi della regione, a sostenere la democrazia e lo Stato di diritto, a sviluppare una intensa cooperazione in materia di transizione energetica e digitale, di affari interni e giustizia, di gestione dei flussi migratori, di connettività e sviluppo delle infrastrutture.
In questo contesto, i Balcani occidentali rappresentano sia una sfida che un’opportunità per il governo italiano. Nel corso degli anni, l’Italia ha costantemente perseguito un’agenda europea per i Paesi dei Balcani Occidentali, in linea con il proprio interesse strategico nazionale. Tuttavia, l’Italia non ha sempre esercitato pienamente il suo peso politico nel contesto europeo. In un contesto così dinamico, l’Italia ha le potenzialità per svolgere un ruolo attivo e tendere alla sintesi tra diverse visioni sul futuro dell’Europa e dei Balcani occidentali.
Foto di copertina ANSA/ETTORE FERRARI