La partnership strategica tra Unione europea e Nato rappresenta la chiave di volta per la sicurezza euro-atlantica e la terza dichiarazione congiunta giunge in un momento complesso e al contempo cruciale per la nostra comunità di sicurezza. La guerra in Ucraina, la minaccia russa alla stabilità e alla sicurezza europea, la recessione internazionale e l’antagonismo cinese stanno comportando la caduta di molti equilibri su cui per anni avevamo fondato la nostra azione. Una cooperazione Ue-Nato rafforzata è dunque un passo decisivo per l’unità euro-atlantica, per promuovere i valori democratici, la pace e la sicurezza internazionale.
Un documento politico
Le dichiarazioni congiunte del 2016 e 2018 avevano siglato l’inizio di una nuova fase di cooperazione grazie al lancio di progetti cardine e dialoghi strutturati. La dichiarazione del 2023, però, propone delle novità e, al contempo, delle complessità non secondarie che sono destinate a cambiare per sempre la percezione stessa del concetto di sicurezza internazionale.
In primo luogo, il documento contiene una forte dimensione politica, indice della forte coesione della comunità euro-atlantica. Se all’indomani dell’invasione dell’Ucraina, la reazione di Ue e Nato è stata immediata ed univoca, tale spinta e convinzioni si consolidano. La dichiarazione ribadisce le priorità strategiche di Unione e Alleanza e mette nero su bianco alcuni degli attori contro cui concentrare la nostra azione – Russia e Cina.
La drammatica deriva autoritaria che imperversa in molti Paesi nel mondo è un campanello d’allarme che ci porta a riaffermare i nostri valori democratici e i nostri obiettivi: pace e prosperità. Se da un lato è positivo che questa sia la prima dichiarazione congiunta in cui vengono nominati in maniera netta regimi autoritari e aggressivi come Russia e Cina, dall’altro, si rende necessaria una riflessione sullo scopo geografico della cooperazione tra le due organizzazioni e soprattutto sulla marginalità con cui sono trattate aree geografiche per noi cruciali, quali il Mediterraneo. Va infatti ricordato che una delle aree di cooperazioni tra UE e NATO insiste proprio nel bacino Mediterraneo – la cooperazione marittima. Unione e Alleanza non possono permettersi di distogliere la loro azione dal Mediterraneo, disinteressarsi dei partner nell’area e delle cruciali questioni di sicurezza del vicinato sud.
In secondo luogo, la dichiarazione cerca di risolvere quella ambiguità strategica che troppo a lungo ha contraddistinto i rapporti Ue-Nato. Grazie ai progressi fatti con i dialoghi politici tra le due organizzazioni e la stesura in contemporanea della Bussola Strategica dell’Unione e il Concetto Strategico dell’Alleanza, la dichiarazione ha il vantaggio di essere sorretta da una forte intesa strategica e sinergia tra le due organizzazioni. Nella dichiarazione si abbozza una sorta di divisione dei compiti e se la Nato rimane la struttura fondante per la sicurezza collettiva, si riconosce il “valore di una difesa europea più forte e capace” che sia complementare e interoperabile con quella dell’Alleanza.
Diffidenza atlantica
La risposta Ue-Nato all’invasione russa non lascia alcun dubbio in merito alla complementarietà tra le due organizzazioni. L’Unione e l’Alleanza hanno agito insieme, coordinandosi e lanciando iniziative là dove era necessario in base alle proprie capacità e peculiarità, e gli strumenti dell’Unione si sono dimostrati cruciali.
Ciò nondimeno, il linguaggio della dichiarazione sottende due elementi: il primato della Nato sull’Ue; una generale diffidenza nei confronti dell’Unione della Difesa, che ricorda, ahimè, una retorica che appartiene al passato. Per una piena intesa strategica, dobbiamo tracciare una divisione dei ruoli, realizzare un’autonomia strategica europea in grado di sostenere i costi dell’architettura della sicurezza euro-atlantica. Uniti siamo più forti e non è possibile non intendere l’europeismo se non anche come il compimento dell’atlantismo. Questo vale sia in questo segmento del dibattito che nel posizionamento globale della politica estera di qualsiasi Stato.
Infine, al valore politico e strategico, si accompagna la dimensione propriamente operativa. La dichiarazione puntualmente illustra le aree in cui approfondire o espandere la cooperazione. La sempre più complessa rete di minacce che gravano sui nostri cittadini rendono evidenti le responsabilità e le urgenze a cui Ue e Nato sono chiamati a far fronte. Emerge sempre di più l’esigenza di una expertise civile e di strumenti regolatori che sembrano, in effetti, dare un forte impulso all’azione Ue più che alla Nato.
I limiti della cooperazione euro-atlantica
Questo rinnovato protagonismo dell’Unione si accompagna, tuttavia, a due serie di problematiche: definizioni vaghe e l’assenza di piani dettagliati; le resistenze tra Stati membri che non permettono un’armonizzazione di tali obiettivi, una sorta di barriera invisibile che infine ostacola l’espansione e l’approfondimento della cooperazione. Dalla dichiarazione emerge infatti l’assenza di una piena collaborazione di taluni Stati, una condizione che ha ritardato la firma della dichiarazione, che riduce l’incisività di un approccio pragmatico e ci ricorda che, nonostante il lancio di task force, gli stati membri e gli alleati devono cooperare in un vero spirito di solidarietà.
Per una comunità euro-atlantica più forte e coesa sarà necessario lavorare insieme sull’attuazione di un approccio equilibrato che prenda in considerazione tutte le esigenze strategiche, sull’abbattimento delle diffidenze per realizzare una cooperazione trasparente e mutualmente benefica ed infine sulla piena solidarietà tra stati membri e alleati.
Foto di copertina EPA/TOMS KALNINS