Dal 13 al 15 luglio il Presidente americano Joe Biden sarà in visita in Medio Oriente. Il suo viaggio inizierà in Israele dove incontrerà Naftali Bennett e Yair Lapid, premier designato fino alle elezioni di novembre. Parteciperà inoltre ad un vertice virtuale del cosiddetto gruppo diplomatico I2-U2 di India, Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, incentrato sulla crisi della sicurezza alimentare innescata dall’invasione russa dell’Ucraina. Venerdì 15 luglio, dopo la visita all’Augusta Victoria Hospital a Gerusalemme Est, il capo della Casa Bianca si trasferirà nei Territori palestinesi, a Betlemme, dove incontrerà il Presidente dell’Anp, Abu Mazen.
Una volta ritornato all’aeroporto Ben Gurion, il capo della Casa Bianca partirà alla volta dell’Arabia Saudita, dove incontrerà il vecchio re Salman bin Abdulaziz e il principe ereditario Mohammed bin Salman, nonostante Biden avesse promesso di ostracizzarlo dopo l’omicidio nel 2018 del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. A Gedda, Biden parteciperà anche al Consiglio di cooperazione del Golfo con i leader di Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, a cui si uniranno i leader di Egitto, Iraq e Giordania.
L’obiettivo del viaggio in Medio Oriente è duplice. Da un lato riflette il desiderio di dimostrare che un’amministrazione impegnata a gestire problemi interni e sfide di politica estera dominate da Russia e Cina ha ancora a cuore la regione. Dall’altro, l’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni contro Mosca hanno rimesso al centro dell’agenda internazionale la sicurezza energetica, e per estensione l’importanza dei rapporti con un partner strategico come Riad con il quale però è necessario riequilibrare i rapporti. Tutto ciò avverrà giusto qualche mese prima delle elezioni di medio termine per il rinnovo del Congresso, in cui il partito democratico rischia un pessimo risultato.
Foto di copertina EPA/Chris Kleponis / POOL