La notizia della visita del 31 agosto del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni, è giunta nella Grecia devastata da settimane dagli incendi, all’inizio del secondo mese del secondo governo Mitsotakis e a poco più di una settimana prima dell’inaugurazione della Fiera Internazionale di Salonicco.
Qual è stato l’impatto? All’inizio non dei migliori visto che un movimento dell’estrema sinistra aveva annunciato una manifestazione di protesta chiedendo l’annullamento della visita contro la “nostalgica di Mussolini” e accusando il premier Mitsotakis di condividere con lei politiche razziste sull’immigrazione. La manifestazione, di fatto ha unito e sancito ancora di più la vicinanza tra i due premier
L’intesa sulla questione migratoria
La politica migratoria è stato uno dei principali temi discussi insieme a quelli che aveva annunciato il portavoce del governo Pavlos Marinakis incontrando i giornalisti: il rafforzamento delle relazioni Grecia-Italia, gli sviluppi economici, ma anche il coordinamento delle questioni dell’agenda europea. Infatti, i due leader dei rispettivi esecutivi hanno già sviluppato buoni rapporti all’interno del Consiglio Europeo.
Grecia e Italia hanno ribadito che l’immigrazione è un problema europeo e internazionale che richiede una politica globale e integrata e non riguarda solo i paesi di prima accoglienza. Più volte Kyriakos Mitsotakis ha sottolineato che questo spinoso tema non riguarda solo i Paesi di approdo ma tutti quelli dell’Ue. Lo scopo è quello di reprimere i trafficanti di esseri umani che lucrano sulle sofferenze. Giorgia Meloni aveva più volte detto: “Ricorderete che la Grecia, insieme a Cipro e Malta, hanno firmato insieme all’Italia un testo sul caso della nave Ocean Viking e hanno sottolineato che ci sono paesi più esposti a tutta la questione. Il lavoro che abbiamo fatto insieme deve continuare e portare a designarla, in un testo ufficiale, come una priorità della Commissione Europea, cosa mai accaduta prima”.
Non dimentichiamo che il ‘pugno duro’ sul tema migranti è stato il cavallo di battaglia di FdI e ND nelle rispettive campagne elettorali.
In Grecia, la tragedia di Pylos non ha condizionato la scelta alle urne, anzi dalle seconde elezioni di giugno alla destra di ND in Parlamento si sono collocati altri tre partiti estremisti che, pur da punti di partenza differenti, convergono su un unico punto d’arrivo ovvero la sicurezza e la sovranità nazionale sul territorio greco.
D’altra parte vi è una seconda analogia con l’Italia ovvero che questo tema è terreno di scontro sociale con la sinistra extraparlamentare e l’area dei movimenti, benché i risultati elettorali abbiano detto che non sono così forti da contrastarli nelle sedi istituzionali.
Uno dei temi economici annunciati è la cooperazione energetica tra i due Paesi. Vale la pena notare, secondo le stesse fonti governative, che “la connessione elettrica Grecia-Italia è già in fase di sviluppo, un progetto che la parte greca cerca di gestire più velocemente, per aumentare la quantità di elettricità esportata verso l’Italia”. Secondo Megaro Maximo (l’equivalente ellenico di Palazzo Chigi), nei prossimi anni la Grecia potrà trasformarsi non solo in un hub di trasferimento energetico, ma anche in un produttore, sfruttando il potenziale delle fonti rinnovabili.
Il riarmo nel Mediterraneo orientale
Per la discussione sulle nuove regole fiscali, Kyriakos Mitsotakis ha sottolineato che ciò dovrebbe riguardare almeno l’esclusione dei costi della difesa dal calcolo dei deficit degli Stati membri dell’Ue.
Lo scambio di complimenti nei giorni che hanno preceduto la visita tra i due capi dell’esecutivo e leader del rispettivi partiti è stato il dolce antipasto per la trattare importanti affari. In particolare il giornale NAFTHEMPORIKI titolava “Meloni ad Atene con corvette e cavi”. Secondo questo antico quotidiano economico (ha da poco compiuto 100 anni) il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano è partito dagli aspetti romantici, come il suo amore appunto per la cultura classica, per arrivare a temi più concreti come la proposta italiana sull’acquisizione di 3 corvette della Marina Militare.
La parte italiana sollecita l’accordo tra la società Fincantieri ed i cantieri Elefsina per la coproduzione della corvetta FCx30-Doha sul suolo greco con la creazione di posti di lavoro. Ma ci sono in corsa pure i francesi: chi la spunterà? Intanto sui social dei giornali si è scatenato il confronto tra favorevoli e contrari, queste le loro tesi: a chi dice “Lo Stato sociale sta morendo e noi compriamo le armi?” altri rispondono “Non possiamo lasciare il riarmo nel Mediterraneo alla sola Turchia”.
EPA/GEORGE VITSARAS