Il 20 settembre 2023 il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha suggerito che il suo Paese “dovrà procurarsi” un’arma nucleare nel caso in cui l’Iran ne sviluppi una propria. Negli ultimi anni, le frequenti dichiarazioni del principe ereditario saudita e di importanti funzionari governativi in merito al perseguimento dell’energia nucleare per applicazioni civili hanno effettivamente suscitato preoccupazioni sulle loro reali intenzioni.
Il programma nucleare saudita e i problemi di proliferazione
L’Arabia Saudita non solo ha reso pubblicamente noto il suo obiettivo di raggiungere la piena autonomia sull’intero ciclo del combustibile nucleare ma ha anche accennato al potenziale utilizzo di questa tecnologia per lo sviluppo di un arsenale nucleare. Di conseguenza, Riyadh ha incontrato difficoltà nel procurarsi sia la tecnologia nucleare che il combustibile per il suo programma.
Negli anni ’60, l’Arabia Saudita ha espresso un forte interesse per l’energia nucleare e negli anni ’70 ha avviato il suo programma nucleare civile. Tuttavia, a partire dal 2023, è evidente che non sono stati compiuti progressi sostanziali nel perseguire gli obiettivi dell’Arabia Saudita in materia di energia nucleare. A ciò hanno contribuito diversi fattori chiave. Uno di questi è l’assenza di una legislazione completa in materia di sicurezza nucleare nel Paese. Il fattore più critico, tuttavia, è stato il timore di proliferazione nucleare che circonda le ambizioni nucleari dell’Arabia Saudita.
I principali attori regionali: Iran e Israele
Le ripetute dichiarazioni di Riyadh sul potenziale sviluppo di un arsenale nucleare sono strettamente legate agli sviluppi del programma nucleare iraniano. Le considerazioni strategiche di Riyadh a questo proposito sembrano dipendere fortemente dalle azioni e dalle intenzioni di Teheran. I recenti sviluppi in Iran, come l’espansione della capacità di arricchimento dell’uranio presso l’impianto di Fordow e l’aumento delle scorte di uranio arricchito al 60%, hanno sollevato le preoccupazioni dell’Arabia Saudita su una possibile ripresa della ricerca di armamenti da parte di Teheran. Tali preoccupazioni sono state esacerbate dai rapporti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), che indicano che all’inizio di settembre 2023, ci sono stati progressi limitati negli sforzi dell’Agenzia per monitorare le attività nucleari dell’Iran.
Da parte sua, la posizione di Israele sulla questione è chiara, così come articolata dalla sua Commissione per l’energia atomica. Israele ha espresso il timore che cedere alla richiesta dell’Arabia Saudita di costruire una centrale nucleare nell’ambito di un accordo di normalizzazione possa costituire un pericoloso precedente e potenzialmente innescare una corsa agli armamenti nucleari in Medio Oriente. Le preoccupazioni espresse da Israele in merito alla potenziale acquisizione di capacità di arricchimento e riprocessamento del combustibile nucleare da parte dell’Arabia Saudita evidenziano la realtà che tali capacità avvicinerebbero Riyadh all’Iran in termini di sviluppo del programma nucleare.
Più in generale, consentire al regno saudita di acquisire tali capacità potrebbe costituire un precedente problematico a livello internazionale. Potrebbe incoraggiare altri Paesi della regione a perseguire capacità nucleari simili, portando a una proliferazione a cascata in un Medio Oriente già instabile.
Un rompicapo per gli Stati Uniti
Prima degli attentati di Hamas del 7 ottobre, l’amministrazione Biden aveva adottato un approccio un po’ particolare alla cooperazione nucleare con l’Arabia Saudita, ponendo l’accento sulla diplomazia e sulle dinamiche regionali. La normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita è stata inquadrata come un potenziale compromesso per un accordo di cooperazione nucleare tra Washington e Riyadh.
Tuttavia, le richieste di Mohammed bin Salman, in particolare quelle relative all’acquisizione di tecnologie di arricchimento e riprocessamento, nonché le conseguenze degli attentati del 7 ottobre, rappresentano un rompicapo per gli Stati Uniti. Sebbene il regime saudita abbia bilanciato attentamente la sua risposta alla guerra tra Israele e Hamas per non mettere a repentaglio le relazioni con nessuna delle parti coinvolte, una svolta diplomatica è ormai improbabile nel prossimo futuro. Inoltre, al Congresso e al Senato degli Stati Uniti, molti sono sempre stati cauti nel fornire a Riyadh tecnologie nucleari sensibili, poiché ritengono che ciò potrebbe aumentare la probabilità di una corsa agli armamenti in Medio Oriente. Di conseguenza, l’Amministrazione Biden dovrà destreggiarsi tra interessi e preoccupazioni contrastanti per raggiungere un approccio equilibrato e responsabile alla cooperazione nucleare con l’Arabia Saudita.
Le proposte di Pechino
In questo contesto, l’Arabia Saudita potrebbe anche prendere in considerazione offerte alternative per la cooperazione nucleare, in primo luogo dalla Cina. La proposta della China National Nuclear Corporation (CNNC) di costruire una centrale nucleare vicino al confine con il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti presenta un’alternativa interessante. La Cina potrebbe infatti avere un approccio meno restrittivo rispetto agli Stati Uniti quando si tratta di cooperazione nucleare. Non sorprende che i legami più stretti tra Arabia Saudita e Cina negli ultimi anni abbiano sollevato preoccupazioni a Washington.
Nel complesso, lo sforzo dell’Arabia Saudita di trovare un equilibrio tra Cina e Stati Uniti riflette il suo complesso posizionamento geopolitico e le sue considerazioni strategiche. Sebbene l’Arabia Saudita abbia stretto legami economici più stretti con Pechino, Washington rimane il partner più importante per la sicurezza. D’altra parte, l’impegno economico della Cina, compresi gli investimenti e il commercio, offre opportunità per i piani di diversificazione e sviluppo economico dell’Arabia Saudita. Per quanto riguarda la cooperazione nucleare, per Riyadh, legami più stretti con la Cina possono anche essere uno strumento di negoziazione nei confronti di Washington.
Le condizioni per lo sviluppo nucleare di Riyadh
Nelle ultime settimane, le ambizioni dell’Arabia Saudita per lo sviluppo dell’energia nucleare sono state nuovamente congelate a seguito degli attentati del 7 ottobre e della successiva guerra tra Israele e Hamas, che ha messo in pausa la normalizzazione delle relazioni tra Tel Aviv e Riyadh. Tuttavia, la leadership saudita continua a vedere lo sviluppo dell’energia nucleare come un piano fattibile per il futuro e spera che una soluzione diplomatica al conflitto possa riportare i colloqui sulla strada giusta.
A livello più ampio, tuttavia, rimane il più grande ostacolo nel portare avanti tali piani: la mancanza di fiducia della comunità internazionale nei confronti del regime saudita. Per minimizzare queste preoccupazioni, l’Arabia Saudita potrebbe accettare di includere in qualsiasi accordo di cooperazione nucleare l’obbligo per Riyadh di firmare il protocollo aggiuntivo dell’AIEA. Un’ulteriore spinta alla normalizzazione delle relazioni tra Arabia Saudita e Iran potrebbe essere un altro mezzo per placare queste preoccupazioni. Più in generale, è urgente che l’Arabia Saudita aumenti la trasparenza del suo programma nucleare e collabori efficacemente con l’AIEA.
foto di copertina EPA/BANDAR ALJALOUD