Nonostante la pandemia di Covid-19 abbia smesso di essere un’emergenza sanitaria a maggio 2023, le rivalutazioni del sistema di salute globale che ne sono derivate sono ancora in atto. Dal punto di vista della governance globale, i negoziati per un accordo internazionale sulla gestione delle pandemie (il cosiddetto Pandemic Treaty) dovrebbero portare dei frutti entro maggio 2024, con un framework per una migliore prevenzione, preparazione e risposta a future pandemie. Con le sue diverse clausole, questo trattato dovrebbe evitare una ripetizione delle disuguaglianze che hanno caratterizzato la gestione della pandemia di Covid-19, ben rappresentate dalla distribuzione ineguale di vaccini tra paesi più e meno ricchi.
Il continente africano è stato ancora una volta all’estremo inferiore di queste disuguaglianze. Nonostante l’Unione Africana e i singoli stati membri si fossero mobilitati per acquisire dosi di vaccini al di fuori dei canali di solidarietà internazionali come COVAX, l’impatto dei loro sforzi è stato ridimensionato dal maggiore potere di negoziazione e di acquisto dei paesi ad alto reddito, che in alcuni casi hanno accumulato un surplus di dosi per le proprie popolazioni. Di conseguenza, la percentuale di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino in Africa è 39%, contro il 70% in Europa e 76% in America del Nord.
Produrre prodotti medici in Africa
Per garantire un accesso equo alla salute e per aumentare la sicurezza sanitaria del continente, i leader africani hanno deciso di rafforzare la capacità produttiva sanitaria nel continente, concentrandosi dapprima sui vaccini, per estendere poi il focus ai prodotti diagnostici e farmaceutici. Solo il 3% della produzione farmaceutica globale avviene infatti sul continente, nonostante esso ospiti il 17% della popolazione globale. La maggior parte dei produttori sono concentrati in Nord Africa e la loro produzione serve principalmente mercati nazionali o regionali. In aggiunta, solo tre producono principi attivi farmaceutici, e solo quattro istituti producono vaccini (Vacsera in Egitto, Institut Pasteur de Dakar in Senegal, Biovac in Sudafrica, e Institut Pasteur de Tunis in Tunisia).
Una serie di fattori possono spiegare lo stato attuale del tessuto produttivo. Barriere commerciali intra-continentali rendono difficile la vendita di prodotti farmaceutici e vaccini oltre i confini nazionali – anche se l’implementazione dell’African Continental Free Trade Area dovrebbe aiutare a superare questo ostacolo. Inoltre, la solida presenza di competitors non africani, che hanno raggiunto economie di scala significative nei decenni e con importante supporto statale, rende difficile l’entrata di nuovi attori africani sul mercato. In aggiunta, i regolamenti internazionali sulla proprietà intellettuale non facilitano il trasferimento di tecnologie per la produzione di farmaceutici e vaccini da produttori proprietari a produttori entranti.
Esistono inoltre problemi in termini di domanda e offerta. I livelli di domanda per prodotti sanitari “made in Africa” sono stati finora troppo bassi o frammentati per incentivare aziende ad investire nel settore. Un secondo disincentivo risiede nella mancanza di solidi framework regolatori nazionali che certifichino che i prodotti “made in Africa” raggiungono gli standard internazionali per la loro commercializzazione. Considerando inoltre che la produzione farmaceutica richiede un capitale iniziale significativo – tra i 60 e 130 milioni di dollari per la produzione di vaccini – l’ambiente per gli investimenti non è semplice da navigare.
Le iniziative
Per far fronte a questi ostacoli e rafforzare la capacità produttiva di prodotti per la salute, l’Unione Africana e l’Africa Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno lanciato nel 2021 le Partnerships for African Vaccine Manufacturing (PAVM), con l’obiettivo di produrre in Africa il 60% dei vaccini di routine entro il 2040. Per realizzare questa visione, il piano di azione di PAVM punta a rendere operativa una piattaforma continentale per mettere in comune la domanda di vaccini, rafforzare il framework regolatorio per la certificazione di qualità, supportare le aziende nella preparazione di business plans, favorire il trasferimento di tecnologia, stabilire centri di ricerca e sviluppo, rafforzare le capacità della forza lavoro, e fare in modo che le politiche commerciali supportino l’obiettivo di PAVM. Nel suo piano strategico 2023-2027, l’Africa CDC ha ufficialmente allargato l’orizzonte oltre i vaccini, includendo la produzione di “health products” e tecnologie tra le sue priorità.
A supporto della visione africana, un numero considerevole di attori regionali e internazionali sono attivi nel promuovere la produzione di “health products” in Africa. L’Unione Europea ha lanciato un’iniziativa Team Europe per rafforzare la produzione e l’accesso a vaccini, medicine e tecnologie per la salute, tramite supporto agli investimenti e rafforzamento dei framework regolatori. La Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) supporta l’accesso equo ai vaccini tramite partenariati di ricerca e sviluppo con istituti africani. Gavi, l’Alleanza per i Vaccini, utilizza il suo peso di mercato nella fornitura di vaccini di routine ai paesi africani per incentivare la produzione in loco. Il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, Tubercolosi e Malaria utilizza il suo sistema di procurement per incentivare la produzione locale, in collaborazione con Unitaid. Il Medicines Patent Pool (MPP), invece, favorisce il trasferimento di tecnologie e licenze per la produzione locale di prodotti per la salute.
Il ruolo del G7
Nel 2022, il G7 a Presidenza tedesca aveva pubblicato un Patto per la Preparazione alle Pandemie che includeva il rafforzamento della capacità produttiva nei paesi a basso e medio reddito tra i suoi punti di azione. Il G7 giapponese del 2023 ha reiterato l’impegno ad investire nella produzione di vaccini su scala globale. L’Italia, che è molto attiva nel finanziamento delle iniziative per la salute globale, avrà la Presidenza del G7. Quale spazio avrà il rafforzamento della capacità produttiva farmaceutica africana nella prossima agenda G7? Mercoledì 8 novembre, dalle 15.30 alle 17.30, si discuterà di questo in un evento pubblico allo IAI.
foto di copertinaEPA/Kim Ludbrook