Secondo il giornale Wall Street Journal, la Casa Bianca intende chiedere l’approvazione del Congresso per una vendita da 20 miliardi di dollari di caccia F-16 alla Turchia, a condizione che Ankara consenta a Finlandia e Svezia di aderire alla Nato. Per l’adesione dei due paesi nordici è necessaria l’approvazione unanime di tutti i 30 alleati. Turchia e Ungheria sono le uniche resistenze, con Budapest che promette la sua approvazione a febbraio mentre la Turchia nicchia accusando i paesi nordici di ospitare separatisti curdi che considera come terroristi.
Finlandia-Svezia-Nato: il blocco di Ankara
La Finlandia e la Svezia avevano chiesto di aderire alla Nato lo scorso maggio, meno di tre mesi dopo dell’invasione russa dell’Ucraina. L’accordo con la Turchia sarebbe bilanciato da una vendita separata di aerei da guerra F-35 di nuova generazione alla Grecia, secondo il WSJ, citando fonti governative non specificate. Secondo il giornale, la condizione della vendita sarebbe “l’acquiescenza” della Turchia sulla questione Nato.
La Casa Bianca dovrebbe inviare la proposta al Congresso a breve, in concomitanza con la visita a Washington del ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu.
Gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sulla Turchia affinché partecipasse con più energia alle sanzioni imposte alla Russia a causa della guerra in Ucraina. Il Congresso degli Stati Uniti sta valutando la vendita di armi alla Turchia da oltre un anno: l’accordo riguarderebbe un totale di 40 aerei da combattimento e, inoltre, un gran numero di missili e altri rifornimenti. Il valore dell’operazione sarebbe di circa 20 miliardi di dollari, pari a circa 18,4 miliardi di euro: una delle più grandi vendite di armi statunitensi degli ultimi anni. In confronto, il prezzo per l’acquisto da parte della Finlandia di aerei da combattimento statunitensi F-35 è stimato intorno agli 8 miliardi di euro.
La vendita di armi divide il Congresso Usa
Secondo il Wall Street Journal, la vendita di armi alla Turchia potrebbe essere oggetto di critiche al Congresso. Il senatore democratico Bob Menendez, ad esempio, si è opposto alla vendita di aerei da combattimento alla Turchia a causa dei problemi sui diritti umani. Il Congresso avrebbe un mese per decidere sulla proposta, afferma il giornale.
Intanto, Ibrahim Kalin, consigliere del presidente Erdogan, ha affermato che la Turchia “non è in grado” di ratificare l’adesione della Svezia alla Nato per il momento, ha detto sabato scorso dopo un incidente che ha causato disordini ad Ankara. “Non siamo in grado di inviare la legge di ratifica al Parlamento, abbiamo un vero problema su questa questione” e i deputati potrebbero respingerla, ha detto Kalin.
Intanto il governo turco ha convocato l’ambasciatore svedese ad Ankara per protestare contro il rilascio giovedì di un montaggio video realizzato dalla sezione svedese del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) che mostra Erdogan appeso sotto l’epiteto di “dittatore”. Da maggio la Turchia blocca le candidature di Svezia e Finlandia alla Nato, considerandole santuari per i membri del Pkk e di altre organizzazioni che definisce “terroristi”. “Vogliamo andare avanti, ma se tali incidenti si ripeteranno, il processo [di adesione della Svezia] rallenterà”, ha detto Kalin ai giornalisti.
il nodo Pkk
Il consigliere presidenziale turco ha affermato che la Svezia deve mandare “un messaggio chiaro” sulla sua posizione nei confronti dei membri del Pkk che risiedono nel Paese nordico. La Svezia “dovrebbe garantire, ad esempio, che [il PKK] non sarà più in grado di reclutare o raccogliere fondi” all’interno dei suoi confini, ha dichiarato. Kalin ha riconosciuto, tuttavia, che il nuovo governo svedese ha preso diverse iniziative importanti, come la visita “molto apprezzata” del primo ministro scandinavo ad Ankara poco dopo l’insediamento.
Quando Svezia e Finlandia presentarono la domanda di adesione per rafforzare l’alleanza militare occidentale, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la Turchia chiese a questi Paesi di espellere diversi membri del PKK e del movimento del predicatore Fetullah Güllen, accusato di aver fomentato un golpe nel 2016. Tuttavia i due paesi hanno sempre ribadito che queste richieste non possono esulare dalle loro leggi vigenti. Lo stallo potrebbe essere interrotto dalla promessa di vendita di armamenti Usa alla Turchia.
Foto di copertina EPA/J.J GUILLEN