Il summit Nato di Madrid, conclusosi il 30 giugno scorso, ha indicato un chiaro orientamento operativo per l’Alleanza Atlantica. Il nuovo Concetto strategico ha infatti delineato le priorità, la postura e i partner Nato per il prossimo decennio. Fra questi ultimi, l’Unione europea assume un ruolo centrale, sulla scia delle due Dichiarazioni congiunte del 2016 e del 2018 che – insieme agli accordi Berlin Plus del 2003 – hanno fornito il quadro giuridico della cooperazione Nato-Ue già in atto.
“Partner unico ed essenziale” per l’Alleanza atlantica, l’Ue ha recentemente rafforzato la sua dimensione difesa, che il Concetto strategico saluta positivamente purché complementare e interoperabile con la Nato, nonché pienamente inclusiva nei confronti degli Alleati non-Ue. In questo contesto, l’Alleanza Atlantica si propone di rafforzare la “partnership strategica” con l’Ue e, a differenza di quanto previsto dal precedente Concetto strategico del 2010, indica un numero considerevole di settori in cui approfondire tale cooperazione.
Incentivare la mobilità militare
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire la piena sovranità e l’integrità territoriale degli Stati europei. A tal proposito, la promozione della mobilità militare nell’area euro-atlantica rappresenta un elemento imprescindibile con finalità di difesa e deterrenza, in quanto concentrato sullo spostamento di forze ed equipaggiamenti attraverso il continente europeo – presumibilmente in direzione est. In questo contesto e nel solco tracciato dalla Dichiarazione congiunta del 2018, il Concetto strategico richiama esplicitamente il tema nell’ambito di una maggiore cooperazione Nato-Ue. Il recente lancio del Dialogo Strutturato Nato-Ue in questo campo e la partecipazione di tre Alleati – Stati Uniti, Norvegia e Canada – al progetto PESCO sulla mobilità militare costituiscono importanti novità in merito.
Il momento per una rinnovata intesa Nato-Ue nel campo appare particolarmente significativo poiché, in base alle indicazioni contenute nella Bussola Strategica, entro la fine del 2022 l’Unione europea dovrebbe elaborare un nuovo Piano sulla mobilità militare, con un’attenzione specifica alla digitalizzazione, alla cyber-resilienza delle infrastrutture di trasporto, all’intelligenza artificiale e al trasporto aereo e marittimo. Un approfondimento della cooperazione Nato-Ue nel campo della mobilità militare potrebbe originarsi proprio in tali aree.
Il focus sull’evoluzione tecnologica
La rapida evoluzione occorsa in ambito scientifico e nel campo tecnologico presenta implicazioni rilevanti per lo scenario militare. Nel suo rapporto di previsione per il periodo 2020-2040, la Nato Science and Technology Organization pone l’attenzione su specifiche tecnologie emergenti e di rottura – fra cui l’intelligenza artificiale, le tecnologie quantistiche e le biotecnologie. Si tratta di campi in cui i profili inerenti al settore economico si intrecciano con considerazioni di tipo etico e di superiorità dello strumento militare.
Poiché composte da Stati che “condividono gli stessi valori”, la Nato e l’Ue possono intensificare gli sforzi congiunti nello sviluppo di tali tecnologie. In termini di ottimizzazione della spesa, particolare attenzione dovrà essere rivolta alla creazione di sinergie fra le rispettive iniziative nel settore – in particolare fra il Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA), l’Hub for EU Defence Innovation (HEDI), il Nato Defence Innovation Fund e lo European Defence Fund (EDF). Con riferimento, invece, ai risvolti geopolitici, il Concetto strategico richiama esplicitamente le “sfide sistemiche” poste dalla Repubblica Popolare Cinese alla sicurezza euro-atlantica, fra le quali rientra inevitabilmente anche la corsa all’evoluzione tecnologica.
Dalle minacce ibride e cyber alla resilienza
Come emerge dal Settimo rapporto sull’implementazione delle Dichiarazioni congiunte del 2016 e 2018, la cooperazione Nato-Ue nel contrasto alle minacce ibride e cyber risulta particolarmente rafforzata: il riferimento è qui soprattutto alla partecipazione reciproca alle rispettive esercitazioni cyber e all’istituzione dell’Hybrid Center of Excellence di Helsinki.
Va inoltre evidenziata la rinnovata attenzione posta alla resilienza, già inserita fra le materie oggetto di cooperazione nella Dichiarazione del 2016, rispetto alla quale è stato avviato un Dialogo Strategico Nato-Ue a partire dal gennaio 2022. La prosecuzione dei lavori in tali settori è senz’altro auspicabile, alla luce della recente strumentalizzazione dei flussi migratori ai confini dell’Unione e dei molteplici riflessi derivanti dalla guerra in Ucraina.
Fra priorità consolidate e nuovi ambiti di interesse
Il richiamo del Concetto strategico alla tematica della lotta al terrorismo rappresenta, infine, una conferma del percorso avviato nel 2018 nel settore. La cooperazione Nato-Ue si concentra attualmente su molteplici aspetti operativi – dal campo Chimico Biologico Radiologico e Nucleare (CBRN) al contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati – ed è plausibile che nel prossimo futuro si prosegua analogamente, anche attraverso l’instaurazione di canali di comunicazione maggiormente strutturati. Va inoltre evidenziata la promozione dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza, rispetto alla quale viene mostrato un continuo interesse.
L’attenzione verso la sicurezza umana e l’impatto del cambiamento climatico rappresentano, invece, importanti novità per la cooperazione Nato-Ue. Il primo aspetto è determinante soprattutto per le conseguenze in ambito operativo, in quanto lo stesso viene declinato dalla Nato nella forma di rischi e minacce per le popolazioni dove sono presenti operazioni, missioni e attività dell’Alleanza stessa. Il secondo elemento, invece, assume particolare rilevanza per le implicazioni sul dispiegamento degli assetti militari e per la transizione ecologica della difesa.
E lo spazio?
La lista indicata dal Concetto strategico non è però esaustiva. Non vi sono infatti esplicitamente menzionati alcuni settori – dalla sicurezza marittima allo sviluppo delle capacità militari – in cui già adesso Nato e Ue cooperano attivamente. Parimenti, lo spazio extra-atmosferico non viene indicato dal Concetto Strategico quale campo per una futura collaborazione Nato-Ue, al contrario di quanto avviene invece nella Bussola Strategica, che richiama inoltre la necessità di promuovere una piena condivisione delle informazioni (classificate e non classificate). Sarà comunque la terza Dichiarazione congiunta, in cantiere da alcuni mesi, a chiarire il percorso che Nato e Ue vorranno intraprendere insieme nel prossimo futuro.
Foto di copertina EPA/BRAIS LORENZO