“L’attacco militare della Russia all’Ucraina rende assolutamente impossibile continuare la cooperazione”, recita una dichiarazione del Consiglio dei ministri nordici. Le strutture di cooperazione regionale nell’area artica, che sono state sviluppate con impegno fin dai primi anni ’90 ora stanno crollando e potrebbero non ricostruirsi a breve. “La cooperazione ha sempre avuto l’obiettivo di creare fiducia, comprensione reciproca e sviluppo nella regione”, sottolinea l’organismo nordico. Per oltre 25 anni, il Consiglio dei ministri nordici ha sostenuto attività congiunte con la vicina Russia nordoccidentale. Il Consiglio è un organismo istituito da cinque paesi nordici; Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, nonché dalle regioni autonome delle Isole Faroe, della Groenlandia e delle Isole Åland.
Il messaggio è lo stesso del Council of the Baltic Sea States (Consiglio degli Stati del Mar Baltico, CBSS). “I membri – Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia, Polonia, Svezia e Unione Europea – hanno deciso di sospendere la Russia dall’ulteriore partecipazione alle attività del Consiglio in risposta alla guerra non provocata ed illegale in corso condotta dalla Russia contro l’Ucraina, il popolo ucraino e le autorità del Paese”, si legge in una nota.
Il Barents Council (Consiglio di Barents) non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale. Ma Jari Vilén, ambasciatore finlandese per Barents e la Dimensione Settentrionale, conferma che il lavoro del consiglio sta entrando in una situazione di stallo. A causa dell’aggressione militare senza precedenti della Russia contro l’Ucraina, è ovvio che anche la cooperazione di Barents non possa continuare come prima del 24 febbraio, ha dichiarato in un commento alla stampa.
Il Consiglio di Barents è un forum per la cooperazione intergovernativa con presidenze a rotazione tra Norvegia, Finlandia, Russia e Svezia. Il ministro degli Esteri norvegese Anniken Huitfeldt spiega che la sospensione della cooperazione “non è fatta a cuor leggero; occorre reagire, la Russia deve capire che è quella che ha la chiave per ristabilire le relazioni”, sottolineando che le misure restrittive sono rivolte contro il regime politico e non contro il popolo russo.
L’Arctic Council (Consiglio Artico), un forum di alto livello istituito nel 1996 tra gli otto Stati con territorio al di sopra del Circolo Polare Artico, è il più importante forum diplomatico per la politica artica. Il Consiglio, secondo i termini della Dichiarazione di Ottawa in base alla quale è stato istituito, si concentra su questioni relative allo sviluppo sostenibile e alla protezione ambientale, ma esclude esplicitamente la gestione della sicurezza militare. I maggiori gruppi indigeni, chiamati Partecipanti Permanenti, siedono al tavolo con gli Stati e sono coinvolti in tutti gli aspetti del lavoro del Consiglio. La Russia mantiene la presidenza del Consiglio fino alla primavera del 2023. In una comunicazione del 4 marzo scorso, il Consiglio ha attuato il passo senza precedenti di sospendere formalmente i suoi lavori “in attesa dell’esame delle modalità necessarie che possono consentirci di continuare l’importante lavoro del Consiglio alla luce delle circostanze attuali”. Una sostanziale interruzione fino a nuovo ordine di questo importante consesso.
Foto di copertina EPA/RUSSIAN FOREIGN AFFAIRS MINISTRY PRESS SERVICE