Il prodotto interno lordo (PIL) della Finlandia aumenterà del 2,7% quest’anno, secondo una previsione economica pubblicata dal gruppo finanziario OP-Pohjola (OP), nonostante le sfide affrontate a causa della pandemia in corso e l’emergere della variante Omicron del coronavirus.
Gli economisti di OP prevedono che un aumento delle infezioni da Covid indebolirà lo sviluppo economico della Finlandia solo temporaneamente, nella prima parte di quest’anno. La ripresa economica proseguirà quindi verso la fine del 2022 e a un ritmo ancora più sostenuto di quanto previsto in precedenza.
La Finlandia e il boom più forte dagli anni ‘80
“Di volta in volta ogni ondata di infezioni da coronavirus ha avuto un impatto sempre minore sull’economia. Anche questa volta, è probabile che l’ondata di Omicron rallenti principalmente lo sviluppo economico piuttosto che modificare il quadro più ampio dell’economia”, afferma il capo economista del gruppo, Reijo Heiskanen, in una nota previsionale, nella quale si prevede che il miglioramento della crescita economica durante la seconda metà di quest’anno continuerà nel 2023, con un PIL, per il prossimo anno, in crescita dell’1,7% invece del precedente 1,4%.
“C’è un’eccezionale incoerenza nell’economia: il clima generale trasuda incertezza e alcune imprese stanno soffrendo molto per la pandemia di Covid, ma, secondo tutti gli indicatori dell’economia nel suo complesso, nel 2022-2023 vivremo nel boom più forte dalla fine degli anni ’80“, secondo Heiskanen.
Si prevede che l’occupazione continuerà a migliorare, con un tasso di disoccupazione che scenderà al 6,3% nel 2023, il livello più basso dal 1990.
Gli indicatori economici restano positivi
Sebbene il peggioramento della situazione pandemica e il rapido aumento delle infezioni stiano colpendo ancora una volta settori economici, per OP gli indicatori economici complessivi sono rimasti sostanzialmente positivi.
“Gran parte dell’economia si sta ancora riprendendo dalla recessione nel settore dei servizi causata dalla pandemia. Tuttavia, è gratificante vedere che gli investimenti per l’espansione industriale stanno guadagnando slanci il che fa ben sperare nell’incremento delle prospettive di crescita a lungo termine”, per Heiskanen.
Secondo le previsioni di OP, la crescita dell’economia finlandese sarà ampia quest’anno e nel 2023, con esportazioni, investimenti e consumi privati destinati a continuare ad aumentare.
L’inflazione frena nel 2022
OP prevede anche che l’elevato livello di inflazione nell’area dell’euro rallenterà durante quest’anno, pur restando superiore rispetto agli anni precedenti la pandemia.
Sebbene l’inflazione sia aumentata notevolmente alla fine dello scorso anno, soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, l’aumento dei prezzi al consumo in Finlandia alla fine del 2021 è stato uno dei più bassi nell’area dell’eurozona.
Gli economisti di OP prevedono che l’inflazione in Finlandia sarà in media del 2,7% quest’anno e rallenterà a poco meno del 2% nel 2023.
Anche per Nordea l’orizzonte non è scuro
Anche per l’altro grande gruppo finanziario nordico, Nordea, che ha appena pubblicato la propria indagine previsionale economica, nonostante la pandemia continui ad imperversare, le prospettive economiche globali rimangono favorevoli. Dopo una solida crescita del 5,5% nel 2021, ci si attende che la crescita globale raggiunga il 4,1% quest’anno e il 4,2% nel 2023, afferma Helge Pedersen, capo economista del Gruppo. Nuove varianti resistenti del virus, crescenti tensioni geopolitiche e alta inflazione pongono i maggiori rischi per le prospettive di crescita. I paesi nordici sono tra quelli che, misurati su tutti i parametri, hanno superato la pandemia e le prospettive economiche rimangono solide.
I paesi scandinavi a confronto
L’economia finlandese si è quasi completamente ripresa dalla recessione causata dal coronavirus ed è attualmente in ripresa. Tuttavia, la diffusione della variante Omicron frenerà la crescita economica nel primo trimestre dell’anno. Il settore dei servizi continuerà la sua ripresa entro la fine dell’anno, sebbene l’inflazione elevata stia intaccando il potere di spesa dei consumatori. Si prevede che gli investimenti aumenteranno sulla scia dell’elevata domanda nel settore manifatturiero, della crescita dell’edilizia residenziale e della transizione verde.
L’economia danese sta ora operando vicino alla piena capacità. La scarsità di risorse disponibili rende difficile rilanciare l’attività senza generare salari più alti e prezzi più elevati. Dopo un periodo di elevato ricambio e forti aumenti dei prezzi, il mercato immobiliare sta ora entrando in una nuova fase. In questo caso, la combinazione di costi di finanziamento più elevati e normative esistenti dovrebbe rallentare l’aumento dei prezzi di vendita.
La ripresa dell’economia norvegese lo scorso anno è stata la più rapida e sostenuta della storia. Nel corso dell’anno, la Norvegia è passata da abbondanti risorse inattive e alta disoccupazione a capacità e carenza di manodopera. Omicron sembra essere solo un debole ostacolo sulla strada e la crescita sembra destinata a rimanere solida in futuro; anche l’incremento di prezzi e dei salari sta acquistando vigore e la Norges Bank continuerà i suoi aumenti trimestrali dei tassi anche nel prossimo anno. Sia i prezzi delle case che il valore della corona, NOK, dovrebbero rimanere sostanzialmente stabili.
In Svezia la domanda di lavoro delle imprese ha raggiunto livelli record e la disoccupazione continuerà a scendere al livello più basso da oltre un decennio. Poiché si prevede un allentamento degli attuali problemi di approvvigionamento, ci sono le condizioni per un altro anno solido per i consumi delle famiglie e le esportazioni. Nonostante condizioni finanziarie eccezionalmente favorevoli e crescenti segnali di surriscaldamento, l’inflazione sembra destinata a scendere al di sotto dell’obiettivo del 2% entro la fine dell’anno. Questo, a sua volta, spingerà la Riksbank a lasciare il tasso REPO invariato a zero almeno fino alla fine del 2023.
Foto di copertina EPA/KIMMO BRANDT