La Commissione europea ha compiuto un ulteriore passo nel processo di regolamentazione dei mercati digitali con la designazione dei primi sei gatekeepers ai sensi del Digital Markets Act (DMA), la legge dell’Ue volta a rendere i mercati digitali più equi e concorrenziali.
Il Digital Markets Act europeo in azione
Le sei aziende designate come gatekeepers sono Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft. Queste aziende offrono complessivamente 22 servizi di piattaforma di base, punti di incontro tra utenti commerciali e consumatori, suddivisi in diverse categorie: social network (Instagram, Facebook, LinkedIn, Tik Tok), piattaforme di intermediazione (ad esempio, Google Maps, Google Play, Amazon Marketplace, App Store), N-IICS (cioè i servizi di messagistica come Whatsapp e Messenger), piattaforme di condivisione video (YouTube), piattaforme pubblicitarie (Google, Amazon, Meta), browser (Chrome, Safari), motori di ricerca (Google Search), e sistemi operativi (Android, iOS, Windows).
Le aziende hanno ora sei mesi per conformarsi agli obblighi e ai divieti imposti dal DMA. Questi obblighi includono la possibilità per gli utenti di annullare l’iscrizione ai servizi preinstallati o di scaricare app da store alternativi. Inoltre, non potranno tracciare gli utenti al di fuori dei loro servizi senza il consenso degli stessi o favorire i loro prodotti o servizi rispetto a prodotti analoghi offerti da terze parti sulle loro piattaforme.
Nel frattempo, la Commissione ha avviato indagini di mercato per valutare i servizi Bing, Edge e Microsoft Advertising di Microsoft, nonché iMessage di Apple. Queste indagini sono state avviate dopo che le due grandi big tech hanno sostenuto che tali servizi non sono sufficientemente popolari per essere considerati piattaforme di base. È stata anche avviata una quarta indagine per iPadOS di Apple, che, sebbene non superi la soglia prevista per essere soggetto al DMA, potrebbe essere considerato una piattaforma di base.
Da notare che Gmail, Outlook.com e Samsung Internet Browser sono stati esclusi dall’elenco, nonostante superino la soglia. La Commissione ha infatti ritenuto sufficienti le giustificazioni fornite da Alphabet, Microsoft e Samsung per questa esclusione.
In seguito a questa decisione, dato che nessuno dei suoi servizi compare nell’elenco, Samsung non è stata designata come gatekeeper. Quindi, ByteDance, l’azienda proprietaria di TikTok, proprio per via di questo social network, risulta l’unico tech giant non statunitense ad essere interessato dalle disposizioni del DMA europeo.
Digital Services Act e Digital Markets Act a confronto
Presentati insieme nel Digital Services Package, il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA) – anch’esso entrato in vigore a novembre 2022 e applicabile dal 25 agosto scorso, – non sono regolamenti che si sovrappongono. Il DSA punta a riequilibrare le responsabilità tra utenti, piattaforme e autorità pubbliche secondo i valori europei, mentre il DMA mira a preservare i mercati digitali dal potere e dalle dimensioni eccessive di alcune aziende, al fine di garantire una concorrenza equa. Il DSA è per gli utenti e per un ambiente digitale sicuro e affidabile. Il DMA è per un mercato equo e giusto.
Il DSA prevede obblighi e divieti che variano in base al bacino di utenti, al ruolo e all’impatto sull’ecosistema digitale degli operatori online. Le regole più stringenti ricadono su coloro classificati come ‘piattaforme online’ (social networks, app stores, marketplaces) e ‘piattaforme o motori di ricerca di grandi dimensioni’ (con un bacino di utenti attivi superiore ai 45 milioni). Mentre tutti gli operatori online (c.d. “servizi di intermediazione”) hanno obblighi di trasparenza, di aggiornamento delle condizioni di servizio e di collaborazione con le autorità nazionali, le piattaforme online e quelle di grandi dimensioni devono, tra le altre cose, denunciare reati, avere un meccanismo di reclamo e ricorso, vietare pubblicità mirata ai bambini o basata su caratteristiche particolari ed essere trasparenti nella pubblicità mirata agli utenti. Spetta invece esclusivamente alle ultime dare la scelta agli utenti di non ricevere suggerimenti basati sulla profilatura, condividere dati con le autorità e i ricercatori, avere dei codici di condotta e un audit esterno, e collaborare sul fronte della risposta alle emergenze.
Sebbene il DSA e il DMA abbiano obiettivi diversi e criteri di classificazione distinti, è possibile che le piattaforme considerate ‘di grandi dimensioni’ in base al DSA siano di proprietà dei gatekeepers designati ai sensi del DMA. Attualmente, tra le 17 piattaforme che devono rispettare gli obblighi e divieti del DSA, troviamo Amazon Marketplace, App Store di Apple, Facebook e Instagram di Meta, Google Play, Google Maps, Google Shopping, e YouTube di Alphabet, LinkedIn di Microsoft, e TikTok di ByteDance. Da ieri, queste piattaforme sono anche gateways in base il DMA.
Next steps
I prossimi passi per “creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano protetti i diritti fondamentali degli utenti e creare condizioni di parità per le imprese,” ci saranno nel 2024.
Per quanto riguarda il DSA, entro il 17 febbraio 2024 gli Stati membri dell’Ue dovranno nominare i coordinatori dei servizi digitali e le piattaforme con meno di 45 milioni di utenti attivi dovranno rispettare tutte le norme previste dal regolamento. Entro marzo 2024, invece, i gatekeepers designati secondo il DMA, dovranno dimostrare di rispettare gli obblighi per loro previsti. La Commissione ha sempre e comunque la possibilità di aggiornare l’elenco dei gatekeepers, mediante una valutazione continua del mercato digitale e sulla base delle notifiche provenienti dalle piattaforme stesse. Inoltre, potrà avviare indagini di mercato per verificare altre piattaforme agiscono come gatekeeper per uno o più servizi, e di modificare obblighi e divieti.
Foto di copertina EPA/OLIVIER HOSLET