22 Dicembre 2024

Crisi energetica: la priorità degli italiani nel sondaggio Iai-Laps

La fragilità della condizione energetica dell’Italia è più che mai una fonte di preoccupazione per i suoi cittadini. L’edizione 2022 del periodico sondaggio Iai-Laps dedicato ai temi di politica estera, in via di pubblicazione nei prossimi giorni, mostra come per la maggior parte degli italiani – ben il 53% – la necessità di garantire i rifornimenti energetici sia in cima agli interessi nazionali.

Il dato è in fortissima crescita rispetto all’anno scorso, quando si attestava all’11%. La maggioranza assoluta degli italiani è inoltre convinta che il governo Draghi non abbia fatto abbastanza per contrastare la crisi energetica, e spera che il nuovo Parlamento se ne occupi senza indugi, prendendo misure più incisive.

Allarme crescente

L’aggressione russa all’Ucraina e l’impennata dei prezzi dell’energia in tutta Europa hanno in effetti riproposto l’urgenza di una politica energetica che riduca la dipendenza dalle forniture russe. Fra gli Stati più esposti figura l’Italia, nel cui mix energetico il gas ha un ruolo centrale. Nel 2021 l’Italia ha importato dalla Russia circa il 40% delle proprie forniture di gas – intorno ai 28,9 miliardi di metri cubi.  Nelle ultime settimane il Cremlino ha intensificato, tramite Gazprom, l’uso dell’energia a scopo di ritorsione nei confronti di Roma e delle altre capitali europee, innalzando ulteriormente il livello di allarme.

Italiani insoddisfatti dell’azione del governo

Il governo uscente si è messo al lavoro sin da prima dell’invasione dell’Ucraina per contrastare la crisi energetica; ciononostante, la maggioranza degli italiani (un sorprendente 55%) non considera adeguata l’azione intrapresa da Draghi e dal suo governo. Draghi – interlocutore autorevole a Bruxelles e a livello internazionale, e in varie fasi della crisi promotore di soluzioni solidali e comuni a livello europeo –, ha tentato senza sosta di assicurare nuove importazioni, in particolare dai paesi del Mediterraneo, per diversificare le forniture. L’Italia inoltre sta lavorando per riempire i propri impianti di stoccaggio in vista dei mesi invernali.

Nel complesso, il governo ha stanziato oltre 60 miliardi di euro, una cifra pari al 3,5% del Pil nazionale, per sostenere le famiglie e le imprese vulnerabili, ponendo l’Italia tra i Paesi che hanno speso di più in Europa. Mentre le iniziative per diversificare l’offerta sono state tempestive, non può dirsi lo stesso per quelle volte a limitare la domanda di gas tramite misure e campagne di risparmio energetico, che si sono invece fatte attendere (in Italia come altrove), rendendo il paese (come tutta l’Europa) meno preparato alle minacce energetiche di Putin.

Nell’insieme, i dati del sondaggio evidenziano come molti cittadini non siano soddisfatti degli sforzi fatti fino ad oggi, ritenendoli insufficienti o poco incisivi.

Analizzando le risposte per orientamento politico, è interessante notare che la quota più alta (77%) di giudizi positivi sull’azione del governo Draghi in ambito energetico si registra fra gli elettori del cosiddetto “terzo polo” – Azione-Italia Viva – e fra quelli del centrosinistra – Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, +Europa – (65%). Il sostegno degli elettori della coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati) è ben più debole (44%), ma comunque superiore a quello degli elettori del Movimento 5 Stelle (38%). All’interno del centrodestra, i meno favorevoli alle iniziative del governo Draghi per contrastare la crisi energetica sono gli elettori di Fratelli d’Italia – solo il 39% di pareri positivi –, i più favorevoli quelli di Forza Italia (52%).

La priorità dell’autonomia energetica

Queste risposte sembrano indicare un’alta aspettativa per una politica di contrasto alla crisi energetica più risoluta ed efficace da parte della premier in pectore Giorgia Meloni e del Parlamento appena eletto. Posti davanti a undici grandi sfide dei prossimi mesi e anni, gli italiani indicano l’ “autonomia energetica” (23%) come priorità assoluta per le nuove Camere, prima ancora del sostegno all’economia (20%), del contrasto all’emergenza climatica e della lotta alla povertà (13% in entrambi i casi).

La percezione che la questione energetica sia la più urgente è particolarmente marcata tra gli elettori di centrodestra (26%), mentre risulta inferiore tra quelli del centrosinistra (22%) e del M5S (18%).

Paradossalmente, Giorgia Meloni – esponente di estrema destra, tradizionalmente nazionalista ed euroscettica – parla già di “soluzione europea” alla crisi, mentre altri leader europei come il cancelliere tedesco Olaf Scholz (a capo di una coalizione socialdemocratica-verde-liberale-europeista) sembrano in alcuni casi spingere per soluzioni nazionali. Quello che è certo è che una risposta frammentata alla crisi porterebbe a risultati non ottimali sul piano della sicurezza energetica e su quello della competitività, sia a livello nazionale sia a livello europeo – nonché sul piano della politica estera verso la Russia.

La minaccia dell’emergenza climatica

L’ “autonomia energetica” auspicata dagli italiani implica una maggiore diversificazione degli approvvigionamenti ma, ancor più, una progressiva e accelerata decarbonizzazione. La crisi energetica si manifesta infatti in concomitanza con l’emergenza climatica; la buona notizia è che una politica energetica più verde può contribuire a entrambi gli obiettivi (sicurezza e sostenibilità). Secondo i risultati del sondaggio, d’altra parte, l’emergenza climatica è ritenuta dagli italiani la principale minaccia per la sicurezza nazionale (8,3 su una scala da 0 a 10), più di una guerra nucleare (8,1), delle tensioni tra Occidente e Russia (7,9) e delle pandemie (7,7). Nell’estate del 2022, nubifragi, alluvioni, trombe d’aria e numerosi altri eventi estremi hanno colpito l’Italia, un’ennesima prova della forza distruttrice del cambiamento climatico.

Il nuovo governo dovrà prendere molto sul serio questa sfida, lavorando in particolare a una strategia di adattamento adeguata: l’Italia e più in generale l’area del Mediterraneo allargato, tra le più violentemente investite dal cambiamento climatico e dai suoi effetti, sono al momento assolutamente impreparate su questo fronte.

Questo articolo anticipa alcuni risultati dell’edizione 2022 del periodico sondaggio sugli italiani e la politica estera promosso dall’Istituto Affari Internazionali e dal Laboratorio Analisi Politiche e Sociali (Laps) dell’Università di Siena, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Il rapporto di ricerca completo verrà presentato durante un webinar organizzato dallo IAI il 20 ottobre 2022. L’indagine è stata condotta dal LAPS tra il 7 e il 13 settembre 2022 su un campione di 3.021 individui di nazionalità italiana di età eguale o superiore ai 18 anni, aventi accesso ad Internet; moduli diversi sono stati sottoposti a tre sotto-campioni di circa 1.000 rispondenti ciascuno.

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