Giovedì 30 novembre 2023 apre i battenti la Cop28 a Dubai, l’annuale conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con una serie di dati inquietanti che sottolineano l’urgenza di azioni concrete per affrontare la crisi climatica. La Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (COP) rappresenta uno degli eventi più cruciali a livello globale e si presenta come un’opportunità unica per la comunità internazionale di affrontare con decisione le sfide climatiche sempre più urgenti.
I dati più importanti
Il cambiamento climatico è ormai una realtà innegabile, con impatti devastanti su ecosistemi, comunità e economie in tutto il mondo. La COP28 si svolge in un momento critico, con la necessità di adottare misure ambiziose e concrete per mitigare gli effetti dei gas serra e rallentare l’aumento delle temperature globali. I dati più inquietanti e impossibili da non tener conto possono essere riassunti in cinque punti fondamentali:
- Anno Record di Calore nel 2023: La conferenza si apre con la certezza che il 2023, spinto dall’evento climatico El Niño, sarà l’anno più caldo mai registrato.
- Giorno Record di Calore: Il 6 luglio ha segnato il giorno più caldo sulla Terra con una temperatura media globale di 17,23 gradi, un record nella storia delle misurazioni.
- Record di Temperatura dei Mari: Il 1° agosto ha registrato la temperatura più alta mai misurata nei mari tra le latitudini di 60° N e 60° S, con 20,96 gradi.
- Sorpassati i 2 Gradi: Il 17 novembre è stata superata per la prima volta la soglia di 2 gradi sopra i livelli pre-industriali del 1850-1900, un traguardo critico.
- Ritardo negli Obiettivi di Parigi: Gli obiettivi degli Accordi di Parigi del 2015 sono lontani: entro il 2030, le emissioni di gas serra dovrebbero ridursi del 43%, ma le azioni finora intraprese porteranno solo a una riduzione del 2%.
Si prevede un acceso confronto tra Paesi più e meno industrializzati sulla questione del finanziamento del Fondo Loss & Damage. Tuttavia, sembra che nelle riunioni pre-COP28 si stia cercando un compromesso. Al di là dei dati, dunque, i temi principali della COP28 sono il bilancio a otto anni dall’accordo di Parigi (COP21) e il Fondo Loss & Damage. Quest’ultimo, finanziato dai Paesi più ricchi, mira a compensare le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici nei paesi più poveri. Nonostante le promesse di 100 miliardi di dollari all’anno, la pandemia e la guerra in Ucraina hanno dirottato risorse altrove, mettendo in discussione l’effettiva disponibilità di fondi.
L’assenza di Joe Biden e altre controversie
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ufficialmente annunciato la sua assenza dalla Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico. La notizia è stata confermata dalla Casa Bianca, svelando che Biden sarà assente durante l’incontro che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. Il motivo sarebbe la necessità di bilanciare le esigenze di una guerra in Medio Oriente e di una campagna presidenziale che si intensificherà a gennaio.
La decisione di Biden assume una rilevanza particolare quest’anno, poiché, secondo indiscrezioni, diverse nazioni intendono spingere per il primo accordo mondiale mirato all’eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas responsabili delle emissioni di anidride carbonica.
Secondo la BBC, emerge un caso eclatante di conflitto di interessi tra la presidenza della COP e gli obiettivi dell’incontro: il capo designato della Conferenza di Dubai, Sultan al Jaber, ricopre contemporaneamente un ruolo di rilievo nella Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), un’azienda petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti. La BBC, citando documenti del Centre for Climate Reporting (Ccr), afferma che Al Jaber avrebbe utilizzato la sua posizione per negoziare accordi nel settore dei combustibili fossili. Riunioni commerciali avrebbero coinvolto rappresentanti di almeno 27 governi, e l’Adnoc avrebbe proposto alla Cina di collaborare a progetti nel settore del gas naturale liquefatto in Mozambico, Canada e Australia.
Tuttavia, un portavoce della presidenza della COP28 ha respinto le accuse, dichiarando che i documenti riportati sono inesatti e non sono stati utilizzati nelle riunioni preparatorie della conferenza. La controversia sulla partecipazione di Biden e i dubbi sulla neutralità del capo designato della COP28 gettano un’ombra sulla conferenza, sottolineando l’urgente necessità di affrontare non solo le sfide climatiche ma anche questioni di trasparenza e integrità nell’affrontare una delle sfide più pressanti del nostro tempo.
Mentre la prossima sede della COP29 rimane incerta, la COP30 nel 2025 è prevista a Belem, in Brasile, indicando che la comunità internazionale è chiamata a mantenere la sua attenzione sulla lotta contro il cambiamento climatico per gli anni a venire.
foto di copertinaANSA, PBDM, PAOL2, PWEBEXT