Con l’occasione del suo viaggio a Pechino per le Olimpiadi invernali il Primo ministro pakistano ha rilanciato la cooperazione fra Cina e Pakistan. Gli incontri politicamente salienti sono stati due: quello con il Primo ministro LI Keqiang (il 5 di febbraio) e il successivo incontro con il Segretario del PCC e capo di stato cinese.
Incontri di vertice: Pakistan – Cina
Nell’incontro con Li i due leader hanno affermato la volontà di approfondire la relazione fra i paesi in vista del fatto che si tratta di una “Comunanza di destini che verranno condivisi nella Nuova era”. Dove per “Nuova era”, concetto già più volte espresso da Li in visite ufficiali, s’intende l’era della potenza cinese. Sono altresì stati tracciati gli obiettivi da perseguire principalmente sul piano della cooperazione economica. L’argomento più evidente è stato sicuramente quello del China Pakistan Economic Corridor (CPEC), ma si è parlato anche di Zone Economiche Speciali (tre delle quali sono direttamente integrate nel CPEC) e cooperazione tecnologica.
L’incontro con il Segretario del PCC ha invece avuto contenuti più politici che strategici: Xi Jinping ha rammentato che, mentre il mondo vive un periodo caratterizzato da instabilità e turbolenza, le relazioni fra i due paesi, già esempio di solidità, si stanno rafforzando ancor più. Ha affermato che oltre a perseguire la cooperazione prettamente economica, la Cina si impegnerà a dare consistente supporto al Pakistan nel perseguire la sua indipendenza, sovranità e nel combattere il terrorismo (con riferimento alle problematiche pakistane ma, sul versante interno, anche alla questione uigura). Dal canto suo Imran Khan si è complimentato per l’eccezionale risultato della Cina, con l’organizzazione dei giochi olimpici, e ha affermato che nonostante il clima delle relazioni fra stati stia divenendo sempre più complesso e instabili, nessun ostacolo potrà mai fermare l’inarrestabile ascesa della Repubblica Popolare Cinese (RPC). Il leader pakistano è poi nuovamente sceso nella definizione degli obiettivi del prossimo futuro per l’alleanza, ovvero procedere ad una fase ulteriore del CPEC, cooperare per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria (in primis quella informatica) e alla risoluzione diplomatica della questione afghana.
Un’alleanza “più profonda degli oceani, più forte dell’acciaio, più cara della vista…”
L’alleanza ultra-cinquantennale fra i due paesi ha seguito la storia politica di Pechino e Karachi/Islamabad in ogni suo passo e si è caratterizzata come una costante, non solo dell’area, ma della potenza internazionale cinese in generale. Gli obiettivi della sottile diplomazia cinese nel coltivare l’amicizia, oltre ad assicurarsi la sicurezza per la propria iniziativa economica-commerciale CPEC devono essere letti attraverso la lente della problematica dell’estremismo islamico percepita con particolare sensibilità da Pechino a causa della questione della provincia del Xinjiang. Mantenere un’alleanza con un paese musulmano, che sulla Carta (la costituzione del 1953) è uno stato islamico a tutti gli effetti, e che ha forti legami con le monarchie del Golfo e, in maniera indiretta, con la galassia dell’estremismo islamico, è una leva di influenza decisiva.
Gli obiettivi del Pakistan riguardano sviluppo economico generale, il commercio e si focalizzano sull’agricoltura in particolare. Ma oltre a ciò, di fronte all’abbandono occidentale dell’Afghanistan, il Pakistan si rivolge alla Cina “pronto a implementare il dialogo e la comunicazione […] sulla questione afghana”, come affermato da Khan, con ogni probabilità, per ottenere un alleato del peso degli Stati Uniti e garantirsi un reciproco appoggio sul modello di quanto finora avvenuto con Washington sulla frontiera afghana quantomeno dal periodo dell’invasione sovietica. La posizione di rilievo che Islamabad ha saputo ricavarsi nel dialogo con i talebani è certo una carta che avrà un peso negli equilibri dell’area, ma necessita di accrescere la propria credibilità (e lo farà grazie alla speciale relazione con la Cina) anche in virtù della posizione dell’India.
Novità nell’atteggiamento di Pechino e Islamabad?
Se al primo impatto, quindi, può sembrare che le dichiarazioni programmatiche dei decisori politici dei due paesi non preludano a molto di nuovo per la tradizionale formula di alleanza ad un tentativo di approfondimento si possono notare delle interessanti evoluzioni. Tra le varie abbiamo visto il nuovo peso che vorrebbe dare il Pakistan alla Cina come aiuto nel security providing e la rivisitazione degli accordi economici con un maggior sbilanciamento per il commercio dei prodotti agricoli, in tal senso, alcuni addetti ai lavori pakistani si sono esposti affermando che è in corso un approccio alla rivisitazione del Free Trade Agreement (approvato nella sua forma originaria nel 2006).
Foto di copertina EPA/MADOKA IKEGAMI