22 Dicembre 2024

Gli scenari della sfida Macron-Le Pen

Mancano ancora pochi giorni per sapere se Emmanuel Macron riuscirà ancora una volta a prevalere su Marine Le Pen. Come è noto al primo turno delle presidenziali francesi, Macron ha messo una certa distanza dalla sua storica concorrente Le Pen e il 24 aprile, al secondo turno, ha la possibilità concreta di essere rieletto presidente per i prossimi cinque anni. Ma perché tanta preoccupazione in Europa intorno al risultato delle elezioni francesi?

Scenario Le Pen: Ue e Nato a rischio

La prima ragione, come ovvio, è che ci troviamo nel pieno di una guerra che può avere come risultato il traumatico mutamento del quadro di equilibri fra le potenze europee. Non bisogna infatti dimenticare che uno degli obiettivi di Vladimir Putin è quello di dividere l’Unione europea e la Nato.

L’eventuale elezione di Marine Le Pen lo aiuterebbe a raggiungere questo risultato. Infatti, malgrado il maquillage di questi ultimi anni, Le Pen rimane una convinta nazionalista e populista. La sua lontananza da Bruxelles e dalle sue politiche rimane abissale, tanto da spingere alcuni a parlare di Frexit, dopo lo shock della Brexit inglese. Parimenti la candidata della destra francese ha minacciato nel passato di volere uscire dalla struttura militare della Nato, un atto in controtendenza di fronte all’attuale impegno dell’alleanza militare occidentale nel contrastare la Russia e armare l’esercito e la resistenza ucraina.

Il fatto paradossale, rispetto a questi atteggiamenti della Le Pen, è che essi si rifanno ad un’analoga decisione presa nel lontano 1963 dal generale Charles De Gaulle, che aveva abbandonato la Nato per timore di una preponderante leadership americana. D’altronde, anche lo stesso Emmanuel Macron, non più tardi di un paio d’anni fa aveva definito la Nato una “brain dead”, una specie di diagramma piatto di un organismo ormai vicina all’estinzione, anche a causa del disprezzo nei confronti dell’Alleanza atlantica dell’allora presidente americano Donald Trump. In realtà, vi è da sempre nell’anima della politica francese quel senso di “grandeur”, che spesso ha impedito progressi nel processo di integrazione europea.

Scenario Macron: un’UE rafforzata

Non è questo, tuttavia, il pensiero di Macron, che fin dall’inizio della sua presidenza ha insistito per accelerare lo sviluppo politico dell’UE, proponendo il concetto di autonomia strategica e di creazione di una vera difesa europea. In questa sua visione molto favorevole alla crescita di un’Unione più forte egli non ha tuttavia trovato l’appoggio pieno della Germania di Angela Merkel, sempre titubante sui progressi da fare compiere all’integrazione europea.

Oggi la Francia è invece alle prese con una Germania retta da un nuovo cancelliere, Olaf Scholz, deciso a rompere i tabù del passato e a riarmare massicciamente il suo paese, come dimostrano i 100 miliardi di euro destinati allo scopo. Parigi si trova quindi nella necessità di accelerare i progetti di una difesa comune europea, prima di vedersi costretta ad inseguire Berlino anche su questo terreno, dopo avere perso la gara in quello dell’economia. Certamente non sarà la Le Pen a portare la Francia in questa direzione, dato il suo nazionalismo e la volontà di affossare l’UE, come è oggi e come potrà essere domani.

Prospettive di un’Unione europea senza la Francia

Ma un’altra ragione per sperare in una vittoria di Macron è che l’Unione senza la Francia non può andare da nessuna parte. Malgrado le cocenti delusioni che nel passato i vari presidenti francesi hanno inflitto al processo di integrazione europea, con improvvisi rifiuti a proposte da essi stessi avanzate, come nel clamoroso e indimenticato caso della Comunità europea di difesa del 1952, nata dal piano Pleven e rifiutata due anni dopo dall’Assemblea nazionale, non è davvero immaginabile un’UE senza l’ancoraggio della Francia. Il processo di integrazione europeo nasce infatti proprio da uno strettissimo legame fra Francia e Germania per assicurare la pace, almeno ad Ovest. Rinunciare oggi a questa prospettiva con una guerra ad Est che minaccia l’intera Europa non è davvero accettabile.

Una nuova strategia elettorale per Macron

In questo intervallo fra primo e secondo turno, abbiamo per di più assistito ad un cambio della strategia elettorale di Macron. Fino al 10 aprile, Macron aveva focalizzato la sua campagna elettorale sul suo ruolo di presidente di turno dell’UE e sui ripetuti tentativi di negoziare con Putin un possibile cessate il fuoco in Ucraina, mentre la Le Pen si era concentrata sui bisogni della gente e sulle difficoltà dell’economia. Macron deve avere infine compreso che le elezioni non si vincono sulle questioni internazionali. Dovrebbe ricordare la campagna elettorale di George Bush senior, che dopo avere mandato le truppe americane a domare la rivolta in Somalia pensò di avere vinto la gara alla presidenza contro Bill Clinton. Il quale, una volta arrivato alla Casa Bianca, ricordò allo sconfitto Bush “it’s the economy, stupid”, ed è infatti l’economia che più interessa agli elettori.

Macron argine a sovranismo e populismo

Infine, un’ultima consistente ragione per sperare in una netta affermazione di Macron è che la Francia, con il suo esempio, può dimostrare che la mai cessata diffusione del sovranismo e populismo può essere ancora contenuta. Basta ricordarsi dei recenti, e in parte inaspettati, clamorosi successi di Viktor Orbán in Ungheria e di Aleksandar Vučić in Serbia, due campioni della democrazia illiberale e del controllo da parte del governo delle libertà di stampa e dell’indipendenza della magistratura. Domenica, inoltre, potrebbe essere confermato alla presidenza lo sloveno Janez Janša, tentato in alcuni suoi atteggiamenti dal seguire le orme di Orbán.

Insomma, se ancora oggi di fronte ad una guerra scatenata dall’autocrate di Mosca, non si vede un ripiegamento delle tentazioni elettorali verso nazionalismi d’altri tempi, è abbastanza evidente che l’Unione europea non può davvero permettersi di perdere una Francia orientata a dare un maggiore ruolo a Bruxelles e a ciò che essa rappresenta per la pace in Europa.

Foto di copertinaEPA/LUDOVIC MARIN / POOL MAXPPP OUT

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