Il 30 gennaio i portoghesi tornano alle urne con due anni di anticipo per le elezioni legislative. Dal 2019 il Paese è guidato da un governo di minoranza presieduto dal socialista António Costa, che è riuscito a mantenere il potere grazie ai partiti della sinistra più radicale. A seguito di una rottura dovuta a divergenze insanabili sulla legge di bilancio, discussa dal Parlamento lo scorso ottobre 2021, il primo ministro è alla ricerca di una maggioranza assoluta per contrastare l’ascesa del centrodestra, in particolare di quella più estremista incarnata dal nuovo partito nazionalista Chega.
Cosa ha portato alla rottura della geringonça?
Fino a oggi, il centrosinistra è riuscito a tenere il controllo del Parlamento grazie all’unione di più partiti d’area che si sostenevano dal 2015 al fine di evitare che la destra prendesse il sopravvento. Questo meccanismo viene chiamato dai portoghesi la geringonça, il marchingegno. Nelle elezioni legislative di quell’anno, il Partido Social Democrata (centrodestra) ottenne infatti la maggioranza relativa dei seggi in Parlamento, ma non riuscì a formare un governo. Per evitare il caos, l’allora presidente della Repubblica Anìbal Cavaco Silva decise di conferire il compito di formare un esecutivo al leader del Partido Socialista (PS) António Costa, che riuscì a mettere insieme un governo di minoranza, col supporto dei due partiti della sinistra radicale: il Bloco de Esquerda e il PCP-PEV.
Seppur con equilibrio precario, il marchingegno ha continuato a funzionare per i successivi quattro anni ed è stato riproposto alle elezioni del 2019, questa volta con i socialisti vicinissimi alla maggioranza assoluta. Con Costa al governo, il Portogallo ha varato misure progressiste come l’aumento del salario minimo (da 530 a 665 euro) e la legalizzazione delle adozioni per coppie dello stesso sesso.
L’alleanza del centrosinistra non ha retto però alle tensioni dello scorso autunno, a causa delle discussioni sulla legge di bilancio. Il Bloco e il PCP-PEV giudicavano insufficienti le misure di contrasto alla crisi causata dal Covid-19 proposte dal governo e ne chiedevano di più incisive. Come conseguenza della rottura, il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa non ha potuto fare altro che indire nuove elezioni.
La sinistra in cerca di conferme per arginare l’ascesa dei populisti
A due settimane dal voto, la situazione appare ancora abbastanza incerta. Stando ai sondaggi, il Partido Socialista del primo ministro uscente è al primo posto con circa il 38%, percentuale simile a quella del 2019, quando arrivò primo con il 36,3%. Anche se questi numeri suggeriscono che la maggioranza assoluta sia a portata di mano, Costa è preoccupato che si ripresenti lo scenario delle scorse elezioni, quando il PS non vinse soltanto per 10 seggi. Se in quell’occasione poté contare sull’appoggio esterno degli altri partiti di sinistra, le divergenze sulla legge di bilancio e il conseguente strappo interno al centrosinistra rendono questa ipotesi altamente improbabile. Si tratta di uno scenario che il leader del PS vuole evitare a tutti i costi: ha infatti presentato un programma molto ambizioso per cercare di sottrarre voti ai radicali, puntando sull’aumento del salario minimo entro il 2026 e la riduzione della settimana lavorativa a 4 giorni.
All’opposizione, il PSD guidato da Rui Rio mantiene il secondo posto nei sondaggi, con circa il 31%: in crescita rispetto al 2019 ma comunque lontano dal PS. In calo il Bloco de Esquerda (al 6%) mentre il PCP-PEV si attesta sulla stessa percentuale (ancora il 6%) rispetto alle scorse legislative.
Osservato speciale di queste elezioni è infine il partito di destra populista Chega, fondato tre anni fa da André Ventura, professore universitario e commentatore sportivo, alleato di Salvini e LePen in Europa. Il suo programma è un insieme di strette all’immigrazione, castrazione chimica per chi compie reati di pedofilia e stupro e privatizzazione di aziende pubbliche e servizi essenziali. Nonostante sia stato fortemente criticato e tacciato di xenofobia e razzismo, Ventura e i suoi collaboratori di partito si attestano oggi attorno al 5% nei sondaggi. Pur trattandosi di una percentuale bassa, il governo uscente è preoccupato dalla prospettiva di un’intesa tra il PSD e Chega, che potrebbe dare al partito di Rio il sostegno che gli servirebbe per diventare capo dell’esecutivo. Il leader del PSD ha smentito, fino ad ora, questa possibilità.
Sistema elettorale in Portogallo
Il Parlamento portoghese, l’Assembleia da República, è composto da un’unica Camera in cui siedono 230 deputati, eletti ogni 4 anni attraverso delle liste bloccate su base proporzionale e secondo i risultati di ogni circoscrizione elettorale. In Portogallo le circoscrizioni sono 22: diciotto distretti amministrativi, due regioni autonome (Azzorre e Madeira), una circoscrizione per i portoghesi residenti in Europa e una per quelli nel resto del mondo. Per ciascun collegio dei cittadini residenti all’estero vengono eletti due deputati.
A cura di Fiorella Spizzuoco, autrice della redazione Europa de Lo Spiegone.
***Lo Spiegone è una testata giornalistica formata da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate alle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.
Foto di copertina EPA/HOMEM DE GOUVEIA