22 Dicembre 2024

Il discorso del vice cancelliere tedesco Habeck sull’antisemitismo

Pubblichiamo il discorso del vice cancelliere tedesco Robert Habeck sugli eventi successivi alla strage del 7 ottobre e la guerra tra Israele e Hamas.

“L’attacco di Hamas a Israele è avvenuto quasi quattro settimane fa. Da allora sono successe molte cose, non solo a livello politico, ma soprattutto per la popolazione. La vita di molte persone è ora consumata dalla paura e dalla sofferenza. Il dibattito pubblico dopo l’attacco è stato acceso e talvolta confuso. Voglio usare questo video per aiutare a rendere le cose più chiare. Mi sembra che troppe cose sono state mischiate e troppo velocemente. La frase “La sicurezza di Israele è parte della raison d’état della Germania” non è mai stata una frase a vuoto e non deve diventarlo. Questo significa che la sicurezza di Israele è essenziale per noi come Paese. Questo speciale rapporto con Israele nasce dalla nostra responsabilità storica. E’ stata la generazione dei miei nonni che ha voluto sterminare gli ebrei in Germania e in Europa. Dopo l’olocausto, la fondazione di Israele era la promessa di protezione agli ebrei e la Germania è obbligata ad aiutare a garantire che questa promessa possa essere compiuta. Questo è un fondamento storico della nostra repubblica. La nostra responsabilità storica significa anche che gli ebrei devono essere in grado di vivere liberamente e al sicuro in Germania. Che non debbano mai più avere paura di mostrare apertamente la loro religione e la loro cultura. Ma è precisamente questa paura che è tornata. Recentemente ho incontrato i membri della comunità ebrea a Francoforte. Nell’intensa, dolorosa, conversazione che abbiamo avuto i rappresentanti della comunità mi hanno detto che i loro bambini sono spaventati ad andare a scuola, che non vanno più ai club sportivi, che lasciano le loro collane con la stella di David a casa, sotto consiglio dei loro genitori.

Oggi, qui in Germania. Quasi 80 anni dopo l’olocausto ci hanno detto che non hanno più il coraggio di prendere un taxi, che non mettono più l’indirizzo di ritorno sulle lettere per proteggere i loro destinatari.

Oggi, qui in Germania. Quasi 80 anni dopo l’olocausto. Un amico ebreo mi ha parlato della sua paura, la sua pura disperazione, il suo sentimento di solitudine. Le comunità ebree avvertono i loro membri di evitare determinati posti per la loro stessa sicurezza. E questa è la realtà di oggi, qui in Germania, quasi 80 anni dopo l’olocausto.

L’anti-semitismo si vede nelle azioni, nelle dichiarazioni, negli attacchi ai negozi ebrei, nelle minacce. Mentre grandi onde di solidarietà vengono dimostrate, quando per esempio ci sono attacchi razzisti, la solidarietà diventa velocemente fragile quando si tratta di Israele. Le persone dicono che il contesto è complesso. Ma la contestualizzazione non deve portare alla relativizzazione. E’ vero che nella nostra cultura del dibattito c’è spesso troppo shock e indignazione. Ma qui non possiamo essere abbastanza indignati. Ora serve chiarezza, non confusione. E per essere chiari: l’anti-semitismo non è tollerato in nessuna forma. La portata delle manifestazioni islamiste a Berlino e in altre città in Germania è inaccettabile e necessita una dura risposta politica. Questo è necessario anche da parte delle associazioni musulmane. Alcuni hanno chiaramente preso distanza dalle azioni di Hamas e dall’anti-semitismo e hanno cercato il dialogo. Ma non tutti, alcuni hanno esitato troppo nel farlo e nel complesso sono stati troppi pochi.

I musulmani che vivono qui hanno diritto alla protezione dalla violenza degli estremisti di destra ed è giusto così. Quando sono attaccati il loro diritto di protezione deve essere rispettato e devono anche rispettare questo stesso diritto degli ebrei, ora che gli ebrei sono stati attaccati. Devono chiaramente distanziarsi dall’anti-semitismo, così da non minare il proprio diritto alla tolleranza. Non c’è spazio per l’intolleranza religiosa in Germania. Chiunque viva qui, lo faccia secondo le regole di questo paese. E chiunque arrivi qui deve sapere che è così che stanno le cose e questo sarà fatto rispettare.

La nostra costituzione prevede protezione e conferisce diritti ma impone anche obblighi che devono essere rispettati da tutti. Non si possono separare le due cose. La tolleranza non può tollerare l’intolleranza qui. Questo è il fulcro della nostra coesistenza nella repubblica federale della Germania.

Questo significa che bruciare le bandiere di Israele è un reato criminale così come elogiare il terrore di Hamas. Ogni cittadino tedesco che farà ciò, dovrà rispondere per questi reati in tribunale; coloro che non sono cittadini tedeschi rischieranno anche il loro status di soggiorno. Chiunque non abbia ancora un permesso di soggiorno avrà fornito un motivo per essere espulso.

L’antisemitismo islamista, tuttavia, non dovrebbe renderci ciechi di fronte al fatto che abbiamo anche un antisemitismo radicato in Germania. L’unica differenza è che gli estremisti di destra attualmente si stanno contenendo, per ragioni puramente tattiche, per essere in grado di agitare contro i musulmani. Relativizzare la Seconda Guerra mondiale, il regime nazista, come un “piccolo incidente”, non significa solo relativizzare l’olocausto, è uno schiaffo in faccia alle vittime e ai sopravvissuti.  La Seconda Guerra Mondiale è stata una guerra di sterminio contro gli ebrei; per il regime nazista, l’annientamento degli ebrei in Europa è sempre stato l’obiettivo principale. E dato che ci sono molti sostenitori di Putin, tra gli estremisti di destra, lasciatemi dire questo: Putin ha una sua foto scattata con i rappresentanti di Hamas e del governo Iraniano e denuncia le vittime civili a Gaza mentre allo stesso tempo fa vittime civili in Ucraina. E i suoi amici in Germania non sono sicuramente amici degli ebrei.

Ma sono anche preoccupato per l’anti-semitismo di alcune parti della politica di sinistra e tristemente anche tra i giovani attivisti. L’anti-colonialismo non deve portare all’anti-semitismo. A questo proposito, questa parte della politica di sinistra dovrebbe rivedere le sue argomentazioni e diffidare dalla narrazione della grande resistenza. La tesi de “entrambe le parti” qui è fuorviante.

Hamas è un gruppo terrorista assassino che lotta per l’annientamento dello stato di Israele e la morte di tutti gli ebrei. La chiarezza con cui la sezione tedesca di Fridays For Future, per esempio, ha dichiarato questo e che lo abbia fatto in contrapposizione con i suoi amici internazionali è più che rispettabile. Quando recentemente ero in Turchia, mi è stato messo in bocca che le manifestazioni pro-Palestina sono vietate in Germania. E che la Germania deve anche applicare le sue richieste umanitarie per le persone a Gaza. Ho reso chiaro che la critica a Israele è ovviamente consentita qui. Non è vietato alle persone di manifestare per i diritti dei palestinesi e anche il diritto a un proprio stato. Ma chiamare alla violenza contro gli ebrei o celebrare contro gli ebrei è proibito e giustamente è così!

Sì, la vita a Gaza è una vita nella povertà senza prospettive per il futuro. Sì, il movimento dei coloni alla West Bank sta alimentando la discordia e deruba i palestinesi della speranza, dei diritti e, sempre più spesso, delle vite. E la sofferenza della popolazione civile adesso in guerra è un fatto, un terribile fatto. Ogni un bambino morto è un bambino morto di troppo. Io, pure, invoco gli aiuti umanitari e sono impegnato nel garantire che l’acqua, medicine e le forniture di soccorso arrivino a Gaza, e che i rifugiati siano protetti.

Insieme con gli amici Americani stiamo mettendo in chiaro a Israele più volte che la protezione della popolazione civile è fondamentale. La morte e la sofferenza che ora sta inghiottendo la popolazione di Gaza è terribile. Dirlo è necessario e legittimo. La violenza sistematica contro gli ebrei, tuttavia, non può essere legittimata da questo. L’anti-semitismo non può essere legittimato da questo. Certo, Israele dovrà inclinarsi alle leggi internazionali e agli standard internazionali. Ma la differenza è questa: qualcuno potrebbe mai formulare tali aspettative nei confronti di Hamas?

Dato che recentemente mi sono confrontato con l’estero con come l’attacco a Israele del 7 ottobre fosse sminuito come-cito- “uno spiacevole incidente” e  anche i fatti sono stati messi in discussione, lasciatemi ricordare una cosa: è stato Hamas che ha crudelmente ucciso bambini, genitori e nonni nelle loro case. I cui combattenti hanno mutilato i corpi, rapito le persone e ridendo esposti alla umiliazione pubblica. Queste sono testimonianze di puro orrore e Hamas è ancora acclamato come un movimento per la libertà? Questa è un’inversione dei fatti che non possiamo lasciar passare.

E questo mi conduce all’ultimo punto: l’attacco a Israele ha avuto luogo in una fase di riavvicinamento tra alcuni stati musulmani e Israele. Ci sono gli Accordi di Abramo tra Israele e i paesi musulmani della regione. La Giordania e israele stanno lavorando insieme su un progetto più grande di acqua potabile. L’Arabia Saudita era sulla via per regolamentare le sue relazioni con Israele. Ma la coesistenza pacifica tra Israele e i suoi vicini, tra ebrei e musulmani, e il prospetto di una soluzione di due stati, non è ciò che Hamas e i suoi sostenitori, specialmente il governo Iraniano, vogliono. Loro vogliono distruggerlo. Quelli che non hanno perso la speranza di una pace per la regione, chi crede al diritto dei palestinesi di un loro stato e una prospettiva reale, come noi, deve ora differenziarsi in queste difficili settimane.

E differenziarsi significa riconoscere che gli atti omicidi di Hamas sono intesi a prevenire la pace. Hamas non vuole la riconciliazione con Israele ma lo sterminio di Israele. E questo è perchè è fondamentale rendere chiaro che il diritto di esistere di Israele non deve essere messo in discussione. La sicurezza di Israele è un nostro obbligo. La Germania questo lo sa.

 

foto di copertinaANSA/MASSIMO PERCOSSI

Ultime pubblicazioni